«Le cattiverie non ci fermano. E al Pd dico…»

Il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli a ruota libera, su quelli che sono stati i giorni più caldi dall’inizio del mandato

– «Le cattiverie? Non ci fermano». Il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli riflette sui giorni “caldi” di quella che forse è stata la settimana più difficile dall’inizio del suo mandato, tra le dimissioni di due assessori e l’operazione di rivisitazione della sua squadra ancora da definire e chiudere. Ma è pronto a rilanciare: «Per il rimpasto attendo l’ok dei partiti. Di certo la delega ai lavori pubblici la tengo io». E al Pd risponde a tono: «Macché stallo, non ci fermiamo un istante. Loro se lo sognano il nostro programma». È un Emanuele Antonelli per nulla fiaccato dai problemi di quest’ultima settimana, quello che s’intrattiene con la stampa davanti a un caffè, tra un impegno istituzionale e l’altro.


Umanamente, sì, lo ammetto, è un momento difficile. Ma dal punto di vista operativo non mi cambia niente. Si continua a lavorare.


Sono due vicende diverse. Riva si è dimesso – perché per me le sue sono dimissioni a tutti gli effetti – da solo e ha protocollato quella lettera di remissione delle deleghe senza dirmi niente. È stato mal consigliato da persone a lui vicine che, pur essendo da tanti anni in politica, hanno dimostrato di non esserne molto esperte oppure, conoscendo il mio carattere, di far finta di non capire chi aveva di fronte Riva. Per me se una persona non riesce a sopportare quattro articoli di giornale e dà le dimissioni, io le accetto, perché non tengo nella mia squadra a tutti i costi chi non ci vuole stare.


Finora cosa ho fatto? Io ho sempre e solo guardato il suo lavoro.

Mi ha dato in mano le dimissioni, dicendomi di essersi messo a disposizione del suo partito. È stata una scelta personale, fatta per il bene del suo partito.

Per ora posso solo dire che ho informato i vertici del suo partito, che mi hanno chiesto tempo per decidere, visto anche che si è appena insediato il nuovo commissario. Mi faranno sapere loro come procedere per la nomina del loro assessore, fermo restando che siamo già d’accordo che dovrà essere una persona gradita anche a me. D’altra parte, in giunta siamo abituati a lavorare come un team compatto, e io desidero continuare così, perciò voglio circondarmi di persone di cui mi fido.


So che ha dato la sua disponibilità a Forza Italia, sono contento. So già che tutti penseranno che la sua è una figura ingombrante: non posso negare che uno come il Gigi che ha fatto il sindaco per dieci anni farà valere il suo peso in giunta, ma lo prendo come una spinta e uno stimolo in più per fare sempre meglio. Con la sua esperienza potrà darci una mano.

In settimana vedrò i segretari dei partiti e appena ho il loro ok il rimpasto si fa. Ma personalmente non ho fretta: anche se dovesse passare un mese per me non è un problema. Per ora ho assunto io tutte le deleghe, e ho tanto lavoro da fare.

Domani sicuramente sarò lì puntuale e probabilmente mi arrabbierò anche, perché sono appena passato dalla rotonda dei Tre Ponti che non è ancora ultimata come si deve. La delega ai lavori pubblici la terrò io, è sicuro al 100%. E ho anche intenzione di spostare gli uffici dei lavori pubblici il prima possibile negli spazi dell’ex commissariato di Polizia, a palazzo Gilardoni. Voglio avere gli uffici vicini al mio.


Neanche un minuto. Anzi, devo dire che ci siamo dati da fare ancora di più. Perché dobbiamo fare non solo quello che abbiamo annunciato, ma anche qualcosina in più, è un impegno che ho chiesto a tutti.

Hanno proprio sbagliato bersaglio. Affermano anche che sono sotto il ricatto politico e vincolato ai diktat dei partiti, ma non è vero niente, succede proprio il contrario. Penso che in tutta Italia non ci sia un sindaco così sostenuto e aiutato dai partiti, senza imposizioni. Di questo ne vado molto fiero. Loro piuttosto dovrebbero preoccuparsi dei loro problemi con il governo nazionale, ma anche a livello provinciale. Ricordo che quando il sindaco di Varese ha cercato di scipparci i soldi del Patto per la Lombardia non hanno detto niente, così come non hanno fiatato quando addirittura pretendeva un risarcimento danni per i migranti che erano andati dal Prefetto. Poi in consiglio restano in silenzio di fronte al nostro programma delle opere, se lo sognano un programma così. Fanno solo della piccola propaganda politica, e mi spiace che arrivi anche da persone esperte come Walter Picco Bellazzi.


L’ho capito fin dal primo giorno, già in campagna elettorale. Le cattiverie e i bastoni tra le ruote arrivano da ex assessori rimasti fuori e da illustri “trombati” che non si accontentano di aver fatto tanti anni sui banchi del consiglio comunale senza aver prodotto niente, se non qualche regolamento scritto neanche tanto bene. Ma loro non mi preoccupano: tutti gli ex invidiosi e incattiviti con me rimarranno sempre tali. È il mio carattere: più fanno così, più resteranno ai margini. E se qualcuno vuole farsi dare dei consigli, non si affidi a queste persone ma a persone che sanno come sono fatto di carattere: avete visto Riva com’è finito…