Autonomia per la Lombardia . Ecco l’ampio fronte di chi la vuole

Si voterà domenica 22 ottobre per tutta la giornata dalle 7 alle 23. Non è previsto il quorum. A sostegno numerose forze politiche, praticamente tutto il centrodestra e gran parte del centrosinistra

Referendum per l’autonomia della Lombardia, la Catalogna è un’altra storia. Mancano poco più di due settimane alla consultazione che si terrà il 22 ottobre in Lombardia e in Veneto.

Il Sì per l’autonomia regionale è sostenuto da un variegato schieramento di forze. A partire da quelle di centrodestra che governano in Regione Lombardia: in primis, la Lega Nord del governatore Roberto Maroni (che al convegno organizzato a Malpensafiere dal sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli aveva chiarito che «non è il referendum di Maroni o della Lega ma di tutti i lombardi»), Forza Italia e Lombardia Popolare, ma anche Fratelli d’Italia, che a scapito della manifestata contrarietà

della leader nazionale Giorgia Meloni ha confermato, per voce dell’assessore regionale Viviana Beccalossi, la scelta unanime del coordinamento regionale del partito di appoggiare il Sì. A favore del Sì c’è anche il Movimento 5 Stelle, i cui voti sono stati determinanti per far passare le proposte di referendum e soprattutto per introdurre la novità del voto elettronico. Nel centrosinistra c’è il fronte del Sì rappresentato dai sindaci, a partire dal candidato alla presidenza regionale Giorgio Gori e dal primo cittadino di Varese Davide Galimberti, che stasera saranno a Castellanza per una serata sul referendum. Un Sì «diverso» da quello di Maroni e del centrodestra, lo hanno definito i sindaci di area “Dem”, anche perché la posizione ufficiale del Pd lombardo considera inutile il referendum. Dato che, come insegna il caso dell’Emilia Romagna, la trattativa con il governo per la concessione di forme di autonomia alle Regioni può essere avviata dal Consiglio regionale senza consultare il popolo. A sinistra, anche Insieme e Mdp sono per l’astensione.

Il quesito proposto sulla scheda, in Lombardia, recita testualmente: «Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?». Essendo referendum consultivi, nulla è tuttavia scontato: servirà poi una trattativa col Governo per avviare il percorso costituzionale. L’unica differenza tra le due consultazioni del 22 ottobre è che in Lombardia non è previsto il quorum, mentre in Veneto il risultato sarà valido solo se andrà alle urne il 50% più uno degli aventi diritto. Le operazioni di voto inizieranno alle 7 di domenica 22 ottobre 2017 e termineranno alle 23 dello stesso giorno. Per votare bisogna recarsi al seggio indicato sulla propria tessera elettorale, con un documento d’identità valido. Non sarà necessario portare con sé la tessera elettorale, che non verrà timbrata. Gli elettori sprovvisti della tessera elettorale possono rivolgersi agli uffici del Comune di residenza per conoscere l’ubicazione del proprio seggio. Per la prima volta nel nostro Paese, il voto non sarà espresso sulla scheda elettorale con la classica matita copiativa, ma pigiando un bottone su un tablet. Gli elettori esprimeranno la loro preferenza sul dispositivo elettronico che si troverà nella cabina elettorale, scegliendo tra una delle tre opzioni disponibili: sì, no o scheda bianca. Dopo aver pigiato il pulsante prescelto, dovranno confermare la propria preferenza: così il voto sarà registrato. In tutta la Lombardia sono stati selezionati circa 450 seggi a campione nei quali le preferenze espresse dagli elettori saranno anche stampate – in modo chiaramente anonimo e senza che l’elettore debba inserire alcuna scheda nell’urna – per poter effettuare una verifica “cartacea” della regolarità delle operazioni di registrazione telematica del voto.