– Agente assicurativo nei guai a Saronno: nelle ultime ore, infatti, è spuntato un clamoroso presunto giro di truffe da 1,2 milioni di euro. I raggiri sarebbero stati messi in piedi da un sub-agente di una nota compagnia. Lo hanno smascherato i finanzieri della Compagnia di Saronno.
Secondo la ricostruzione investigativa, sarebbero almeno 15 le persone raggirate. Il meccanismo era molto semplice: sarebbe consistito nel confezionare polizze assicurative fasulle, predisposte al solo fine di intascare e appropriarsi dei relativi premi assicurativi, con la spiacevole conseguenza per i clienti, del tutto inconsapevoli, convinti di avere in mano una polizza pagata ma, di fatto, privi di ogni forma di copertura assicurativa.
Tutta la documentazione acquisita e analizzata dai militari nel corso delle perquisizioni e delle indagini disposte dall’autorità giudiziaria, avrebbe permesso di definire i contorni di questa vicenda, rendendo possibile l’identificazione della maggior parte dei clienti truffati e di quantificare il consistente giro d’affari ottenuto in maniera illecita. Le investigazioni sono state sviluppate anche sotto il profilo economico e finanziario con l’ausilio delle indagini bancarie attraverso cui intercettare i flussi finanziari generati dal sistema messo in atto e hanno riguardato l’individuazione delle movimentazioni finanziarie transitate sui conti correnti, consentendo di svelare una condotta illecita che sarebbe durata già da un po’ di tempo.
L’indagato avrebbe ricevuto cospicue somme di denaro per il pagamento dei premi assicurativi. Attraverso le prove raccolte, è stato scoperto che in minima parte le somme raccolte e riscosse sarebbero state restituite alle presunte vittime del raggiro, mentre per la maggior parte sarebbero state sperperate dal truffatore.
Oltre ai profili di tipo penale derivanti dalla commissione del reato di truffa aggravata e continuata, il soggetto adesso dovrà definire anche la propria posizione nei confronti dell’Erario. Infatti, tutte le somme di denaro sottratte e non restituite ai clienti, quantificate in oltre 550 mila euro, negli anni dal 2012 al 2015, costituiscono proventi illeciti realizzati senza il pagamento delle imposte, assoggettabili ad imposizione in quanto provento di reato. Per tale motivo è stata interessata la competente Agenzia delle Entrate per il recupero a tassazione delle imposte evase e l’irrogazione delle relative sanzioni.