Accordo fiscale Italia-Svizzera, troppa fretta di firmare per i deputati delle province di confine: «Impegni da rispettare prima di perfezionare il trattato. Il ministro Alfano riferisca in Parlamento». A chiederlo, insieme ad un gruppo di deputati delle province di Varese, Como, Lecco e Verbania, è l’esponente gallaratese del Pd , che richiama il ministro degli esteri al «rispetto degli impegni chiesti al Governo italiano dalla mozione, approvata nel febbraio 2016 (primo firmatario il deputato Pd , cofirmatari altri 21 deputati appartenenti a diversi partiti)» in merito all’accordo fiscale tra Italia e Svizzera, nell’ambito del quale potrebbe cambiare radicalmente la vita dei frontalieri che quotidianamente varcano anche i confini della provincia di Varese per andare a lavorare in Canton Ticino.
A far suonare l’allarme sono state le notizie di una «firma imminente» che sono filtrate l’altroieri dal quarto Forum di Dialogo Italia-Svizzera di Lugano, al quale erano presenti i “ministri degli esteri” dei due paesi, per la Confederazione e per l’Italia.
Sulla vicenda, è noto, gli svizzeri spingono per una rapida chiusura degli accordi. Ma i deputati delle province di confine ricordano gli impegni presi dal Governo e dall’allora ministro Paolo Gentiloni. Sono due in particolare i punti chiave ancora in alto mare: da un lato, sottolineano Senaldi & C., «la realizzazione dello “Statuto del Frontaliere”, da approvarsi congiuntamente all’accordo fiscale, e per il quale i lavori del tavolo appositamente creato alla Farnesina ci risultano appena agli inizi», dall’altro le garanzie di parte svizzera sulla libertà di circolazione delle persone, «alla luce del negoziato in corso tra Confederazione Elvetica e Unione Europea con riferimento all’iniziativa referendaria “Prima i nostri” e nel quadro del principio di reciprocità di applicazione del principio di libera circolazione che dovrà essere garantito a seguito dei negoziati in corso sulla Brexit».
I deputati chiedono perciò che il ministro Alfano riferisca in Parlamento, ricordandogli che «è stato impegnato da un voto del Parlamento a garantire, prima della chiusura degli accordi, la tutela dei frontalieri nel rispetto delle indicazioni contenute nella mozione».
Con un particolare riferimento ad alcuni temi definiti «co-essenziali» dal governo stesso: «Fine delle discriminazioni ticinesi, statuto del frontaliere, riconoscimento dei titoli di studio dei frontalieri italiani, garanzia per i medesimi delle prestazioni sanitarie, definizione di un lungo periodo di armonizzazione, creazione di un fondo per le zone di frontiera».