L’idea si sta ancora valutando ma ha buone possibilità di concretizzarsi. Potrebbe partire da un paio di cittadini di Olgiate Olona il ricorso al Tar contro il piano di iniziativa industriale di Chemisol. La vicenda è piuttosto intricata ma si riduce a una questione di fondo: il rapporto di convivenza tutt’altro che semplice tra i comuni di Castellanza e Olgiate Olona e il polo chimico loro vicino di casa da anni. Che ha cominciato chiamandosi Montedison ed è poi passato per mille nomi diversi ma è sempre una realtà con cui cercare di mediare. Tra il diritto dei cittadini a vivere al riparo da miasmi e quello dell’azienda di esercitare la sua attività.
A dare man forte al ricorso al Tar contro il piano espansionistico di Chemisol è, tra gli altri, , consigliere a Castellanza per il gruppo indipendente. Che la vicenda la segue da lunga data e ne parla dunque con cognizione di causa. E facendosi uscire dalla gola quelli che, a suo avviso, sono i peccati e i peccatori. «Per capire come si giunga a questo ricorso – spiega –bisogna partire da lontano. Prima di tutto però rilevo che vi è stato un atteggiamento di inadeguatezza da parte delle amministrazioni di entrambi i comuni nella gestione del problema. E anche il fatto che le minoranze dovrebbero essere più compatte nel gestirlo».
Perché, fa intendere, in ballo vi sono le esigenze dei cittadini di non vivere immersi in odori sgradevoli. «Ai tempi del comitato no Elcon – spiega Caputo – vi era stato un consiglio comunale di Olgiate e Castellanza per individuare una soluzione comune con Chemisol ed erano emerse indicazioni precise; poi l’amministrazione comunale a Olgiate Olona è cambiata ed è stato concordato un protocollo d’intesa che non ricalcava in nulla quanto emerso da quel consiglio».
Il Comune di Olgiate aveva inizialmente respinto il piano Chemisol ma la Regione, cui il polo aveva fatto ricorso, aveva dato il via libera. A quel punto Chemisol aveva dunque campo libero. Intanto arriva un incontro nel quale il piano dell’azienda è presentato nei dettagli. «E quel che è grave – spiega Caputo – è che l’attuale sindaco abbia sposato quel piano; la produzione sarebbe mantenuta sul nucleo centrale dell’area e il problema dell’inquinamento non si risolverebbe», In più, aggiunge, «il Comune di Olgiate Olona non ha mai richiesto la valutazione di impatto ambientale e sarebbe utile capire il perché». La vicenda è insomma parecchio intricata ma un fatto è chiaro: che chi risiede nelle vicinanze del polo chimico esige maggiore tranquillità ambientale, E per questo è disposto ad andare per carte bollate.