I giovani imprenditori: innovativi e votati all’internazionalizzazione. In una parola: in cerca di “un posto nel mondo”. È quanto emerge da una ricerca commissionata dal Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione degli Industriali della provincia di Varese all’università Cattaneo, presentata nei giorni scorsi nell’ateneo di Castellanza. «Le mani sul futuro ce le avete voi» il messaggio del presidente della Liuc .
La ricerca “Innovazione, internazionalizzazione e performance: il contributo di noi giovani imprenditori”, fortemente voluta dalla past president del GGI , mostra una nuova generazione di imprenditori consapevole che «non ci sono più punti di riferimento», ma soprattutto cosciente delle sfide da cogliere.
«Non sappiamo dove saremo tra 20-30 anni ma vogliamo capire quale direzione stiamo prendendo – sottolinea il presidente dei Giovani Imprenditori – La modernità, e con essa l’aumento della complessità nella quale tutti siamo a chiamati a lavorare, vivere, faticare e divertirsi sta minando alla base ogni certezza che fino a ieri governava lo sviluppo e l’affermazione personale. Ciò vale tanto più per i giovani imprenditori che devono trovare un posto nel mondo anche per il solo fatto che le posizioni occupate da chi ci ha preceduto non esistono più».
Ecco perché il GGI, che il presidente Vitiello immagina come «un open space associativo, un incubatore di coraggio e idee», animato dalla «volontà metterci in discussione», ha voluto innanzitutto fare una fotografia di chi sono i giovani imprenditori della provincia di Varese.
Anche se il presidente della Liuc, l’imprenditore e già numero uno di Univa Michele Graglia, considera «da superare la distinzione» (la soglia associativa sono i 40 anni di età) tra imprenditori e giovani imprenditori.
«Sono imprenditori, punto. Perché sono i giovani a portare avanti il significato dell’impresa. Di fronte ad una rapidità che non c’era nei decenni passati, la capacità di inserirsi in questi cambiamenti di un giovane è evidente. Devono affrontare le problematiche dell’innovazione e dell’internazionalizzazione con la convinzione che sono loro quelli che stabiliscono e determinano il futuro del sistema economico e della società. Anche confrontandosi con le generazioni precedenti, ma le mani sul futuro ce le hanno i giovani. E hanno tutte le carte in regola per fare e capire come affrontare il mondo e i mercati di oggi».
Dalla ricerca, condotta dal professore associato della scuola di ingegneria industriale della Liuc , emergono varie caratteristiche: forte coinvolgimento nell’individuazione delle strategie e nella gestione dell’innovazione (spesso aperta) e dell’internazionalizzazione, minore ansia per il controllo a tutti i costi della maggioranza azionaria dell’azienda, rispetto ai propri padri, maggior freddezza e più razionalità nel prendere le decisioni, ma anche un crescente interesse verso i temi della responsabilità sociale d’impresa e attenzione nel misurare le prestazioni sul lungo periodo e nella crescita del capitale umano, oltre che propensione a prendersi dei rischi, seppur calcolati, facendo leva sul fattore creatività.