A Gallarate, ancora una volta, si torna a parlare della KB, la società che in provincia di Varese si occupa della gestione dei richiedenti asilo: questa volta le sede della protesta non è più davanti alla struttura di via Ranchet ma ai bordi della rotonda piazza Alcide De Gasperi. Nel primo pomeriggio di ieri, a pochi passi dalla “rotonda con l’aereo” un gruppo di 19 richiedenti asilo provenienti dal Gambia, muniti di due striscioni, hanno iniziato a manifestare contro la società gestita da Garavello e Balansino.
«La Kb non si prende cura di noi e non ci trattano bene» affermano il coro i gambiani, che hanno deciso di fare fronte comune. Infatti, tra loro sono presenti anche i cinque asilanti che, per ordine del prefetto, settimana scorsa sono stati espulsi dal progetto di accoglienza. «Non ce ne andremo da qui finchè qualcuno non ci ascolterà, la situazione non può andare avanti così».
Ad ascoltare le loro rimostranze è arrivato il sindaco . Il problema è duplice: l’esclusione dal programma di 5 gambiani – «per questo ci hanno tolto i 75 euro al mese che ci danno» – ed il non voler restare nello stesso posto con i nigeriani: «Rispetto a loro siamo discriminati, ci trattano diversamente». Una situazione che, il 21 settembre, aveva scatenato una rissa all’interno del centro gallaratese. «Una delle responsabili ci ha detto che è un centro di nigeriani e di farcene una ragione» confidano i gambiani.
«Ho chiesto al prefetto se era possibile separare le due fazioni – afferma il sindaco leghista – io non ho giurisdizione, posso solo segnalare la situazione». E, per cercare di riportare la situazione alla normalità, il numero uno di Palazzo Borghi tenta un confronto con la responsabile del centro rimasta all’interno dell’immobile.
«Ho parlato con l’avvocato Pizzi suggerendo loro di intervenire per riportare i manifestanti nel centro – continua Cassani – Il responsabile della KB ha affermato che i responsabili della struttura non si sarebbero dovuti allontanare del centro e di non intervenire». Il capo della giunta è quindi tornato dai gambiani: «Con loro – spiega – ho preso l’impegno di sentire nei prossimi giorni il prefetto anche per sollecitare un suo intervento».
Alla fine, qualche minuto prima delle 19, alla spicciolata i gambiani fanno rientro al centro. Rientrano tutti, compresi i cinque che, in teoria, non potrebbero più soggiornare in via Ranchet. «Ancora una volta – conclude Cassani – le nostre forze dell’ordine hanno dovuto occuparsi della questione dei profughi invece che pattugliare le nostre strade. Spero sia l’ultima».