«Consulteremo gli atti. Dopodichè decideremo che strada percorrere. In questo momento non escludo nulla». Compresa, quindi, l’ipotesi di far sentire l’indagato davanti al Pm, titolare del fascicolo, per un nuovo interrogatorio.
Lo ha spiegato l’avvocato del Foro di Brescia, , a proposito del secondo filone dell’inchiesta “Angeli e Demoni”. L’indagato in questione è ovviamente il suo assistito, il vice primario dell’ospedale di Saronno, , la cui posizione si è ulteriormente aggravata dopo che nelle ultime ore è stato ratificato l’avviso di chiusura delle indagini del secondo troncone che lo vede coinvolto in prima persona di altri 5 morti sospette in corsia. Decessi per i quali il medico è accusato di omicidio volontario.
Entro venti giorni la Procura inoltrerà le richieste di rinvio a giudizio, ma nel frattempo la difesa ha la possibilità, nel caso lo ritenesse opportuno, di far ascoltare l’indagato. È nelle sue piene facoltà, anche se l’avvocato Buffoli non si è ancora sbilanciato in tal senso lasciando, tuttavia, aperta la porta dell’interrogatorio.
Dei 5 ulteriori casi di morte sospetta si sa che si tratta di pazienti, giunti in ospedale in condizioni compromesse, che sarebbero deceduti nel giro di una quarantina di minuti rispetto al momento del loro ricovero. Si tratta di pazienti residenti tra Saronno e il suo circondario: persone morte tra il 2011 e il 2013. Anche la Taroni è coinvolta nel secondo filone di inchiesta, ma solo per le morti in ambito familiare. La Procura di Busto Arsizio le contesta, in concorso con Cazzaniga, la morte della madre e del suocero .
In questa seconda tranche, quindi, Cazzaniga deve rispondere della morte di sette persone: 5 in corsia, da solo, e di due altre persone, Luciano Guerra e Maria Rita Clerici, insieme all’ex amante.
Cinque casi che vanno ad aggiungersi ai 4 contestati nel primo “filone”. Riguardo al primo troncone, la Procura di Busto Arsizio aveva già contestato il decesso avvenuto il 18 febbraio del 2012 quando perse la vita , 71 anni di Saronno. Nei mesi successivi si erano registrati altri tre casi di morte sospetta: il 30 aprile del 2012 era stato il turno di , 93 anni, cardiopatico, finito in ospedale dopo una caduta in seguito alla quale aveva riportato la frattura di un arto.
Gli altri due casi sui quali si erano accesi i riflettori della Procura di Busto Arsizio riguardavano il decesso di 77 anni, avvenuto il 15 febbraio del 2013 e quello di , 69 anni di , morto il 9 aprile del 2013. Nel primo troncone c’è in contestazione, in concorso con la Taroni, anche il decesso del marito .