Laura e Paolo: «È stata la notte più lunga della nostra vita»

I gestori della storica Osteria Irma costretti ad abbandonare la struttura: ma già oggi torneranno

Salva l’Osteria Irma, uno dei simboli del Sacro Monte, evacuata in via precauzionale nella tarda serata di venerdì: le fiamme non l’hanno toccata, l’incendio che ha distrutto circa 15 ettari di bosco non ha bruciato i sogni di e , la giovane coppia che dallo scorso 15 aprile gestisce (con estremo successo) la storica osteria. «È passata la notte più lunga della nostra vita», dice Laura che ieri mattina, con il marito, è tornata sino al bivio tra il Sacro Monte e il Campo dei Fiori.

«Una volta realizzato che stavamo tutti bene, che la nostra bambina era tranquilla accanto a noi la tensione si è allentata. Con c’erano anche la signora Irma e il signor Giancarlo: Irma era pronta a scendere a piedi. Che donna! – spiega Orlandi – ma ne io ne Paolo abbiamo chiuso occhio tutta la notte: il pensiero tonava sempre là. Dove è il nostro futuro lavorativo. Dove è un’attività che è più di un lavoro: è una passione».

Una passione sana, salva e più viva che mai: «Venerdì sera mentre scendevamo in auto attraverso la mulattiera che dal Campo dei Fiori al Sacro Monte non abbiamo visto fiamme – dice Orlandi – e questo ci ha dato conforto. Nelle ore successive il non sapere ci ha attanagliati». Ieri la certezza nessun danno causato dalle fiamme alla struttura: «Non dovrebbe essere saltata nemmeno l’elettricità – dice Laura – una delle cose che più ci preoccupavano. Senza corrente avremmo perso tutti i generi alimentari che utilizziamo per la ristorazione conservati in frigoriferi o freezer. È andata. È andata».

Nella voce di Laura non c’è paura, si mescolano dolore e rabbia. «Vedere questa mattina la desolazione infinita della montagna dopo l’incendio fa male», spiega. «Un’ecosistema distrutto – dice Orlandi – alberi, animali, storia, tutto distrutto». E questo è il dolore sincero di chi la montagna, e quella montagna in particolare, la ama e la rispetta così tanto da scegliere di creare lì il proprio futuro. «Distrutta per mano di qualcuno», e qui arriva la rabbia che Laura condivide oggi con ogni varesino. «Perché? Perché fare una cosa del genere?», chiede Orlandi. «Non c’è ragione, non ci può essere un interesse in grado di giustificare una cosa simile. È un parco naturale, non edificabile, non svendibile e bellissimo. Chi può immaginare o desiderare di distruggere una risorsa naturale così preziosa?». Sentire Laura che parla di montagna è come ascoltare qualcuno parlare di un grande amore. «Io mi auguro che chi ha fatto questo venga identificato e messo di fronte alle proprie responsabilità. Senza sconti, come è giusto e sino in fondo». L’accaduto non ha lasciato soltanto l’amarezza per lo sfregio alla montagna: «Ho sentito intorno a noi tanta solidarietà – dice Laura – Riccardo Santinon del Boducan si è offerto di ospitarci dimostrando una vicinanza di cui lo ringraziamo con il cuore. La stessa solidarietà ci è arrivata dai tanti che come noi qui lavorano e vivono». E poi c’è stato il grande cuore dei soccorritori: «Da due giorni stanno lavorando senza fermarsi un istante. Efficienti, veloci, gentili – dice Orlandi – con noi hanno avuto un delicatezza e una sensibilità uniche. Non ci hanno mai fatto sentire da soli. Uomini meravigliosi che vorremmo ringraziare uno a uno». E adesso si riparte: «Forse domani (oggi per chi legge) potremo salire all’osteria – conclude Orlandi – pronti a riaprire non appena possibile».