Non si accontentava di estorcergli denaro. La vittima doveva persino urinare al suo posto per fargli superare gli esami del Sert. Una vicenda assurda che arriva da Busto Arsizio: è finito in manette un uomo di 38 anni residente in città. Anche la vittima è un uomo residente in città.
L’arresto è avvenuto sabato scorso da parte degli agenti della sezione investigativa del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio. A finire nei guai è stato M.I., trentottenne residente in città già noto alle forze dell’ordine, sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno: su di lui pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per estorsione emessa dal gip. I fatti sui quali il Commissariato di via Ugo Foscolo ha indagato con la Procura della Repubblica, rappresentata dal pm , sono emersi in seguito alla denuncia sporta dalla vittima. Un racconto dolorosa di una vicenda assurda che avrebbe avuto conseguenze ancora più devastanti se non fossero intervenuti i poliziotti.
Secondo la ricostruzione investigativa, la vittima dell’estorsione, ha deciso di rivolgersi ai poliziotti quando proprio la situazione era diventata disperata. Stando alla sua versione, l’uomo era provato economicamente ed emotivamente dai soprusi ai quali era sottoposto da anni. Alla fine, distrutto da quello che gli stava capitando, ha deciso di rivolgersi alla polizia. L’uomo ha raccontato – e il suo racconto è stato ampiamente riscontrato – che non solo aveva versato a M.I. a più riprese e nel corso di circa un anno e mezzo rilevanti somme di denaro, ma era stato anche costretto a fargli favori personali di vario genere. Favori molto particolari.
Aveva, per esempio, dovuto – sempre stando al suo racconto – accompagnare con la sua automobile M.I., che non ha la patente, ovunque volesse. Avrebbe fatto cose ancora più compromettenti, come fornirgli le proprie urine per sostituirle alle sue consentendogli così di superare gli esami del Sert. Ma avrebbe anche compiuto dei reati, aiutandolo ad esempio nel compimento di alcuni furti, acconsentendo addirittura alla simulazione di un incidente automobilistico per frodare l’assicurazione, garantendo così all’estorsore la possibilità di incassare il risarcimento.
Per piegare la vittima ai suoi voleri M.I., peraltro già conosciuto a Busto Arsizio per la sua indole particolarmente violenta e spregiudicata, non si era limitato a minacciarlo e picchiarlo, ma aveva anche inscenato una serie di azioni dimostrative per impressionarlo e intimorirlo ancora di più, facendolo assistere a pestaggi di altre persone.