«È stato un confronto necessario e sicuramente positivo. Abbiamo avviato un discorso che confidiamo possa portare a risultati concreti nell’interesse di tutti gli attori in campo».
Questa è la dichiarazione rilasciata dal sindaco , dall’assessore all’Urbanistica e dal presidente del Parco del Ticino al termine di un incontro durato circa un’ora. Il motivo è da ricercare in una dichiarazione rilasciata dal primo cittadino durante la commissione urbanistica di mercoledì 19 ottobre: «Secondo me Gallarate potrebbe svincolarsi dal Parco che ad oggi comporta più svantaggi che vantaggi». Un’affermazione che trova le sue basi nelle lungaggini nel rilascio delle pratiche e le complicazioni dovute alla presenza di regole e norme troppo rigide imposte sia da regione Lombardia che dallo Stato.
Proprio per questo motivo il numero uno del Parco è intervenuto per in prima persona perchè afferma «è mio dovere rispondere direttamente ai sindaci» e, dopo essersi confrontato con i due esponenti della giunta di centrodestra svela come si sia trovato un accordo «sulla necessità di affrontare un percorso che porti alla semplificazione e alla sburocratizzazione delle pratiche, prendendo atto delle necessità dei Comuni e perciò dei cittadini. Fatto salvo la necessità di tutela paesaggistico ambientale».
Nel 2014, l’Ente con sede a Pontevecchio di Magenta, aveva provato a sbloccare la situazione istituendo un tavolo tecnico al quale hanno partecipato gli uffici tecnici di tutti gli enti.
«Il risultato del gruppo di lavoro – spiega Beltrami – fu l’elaborazione di un documento condiviso all’unanimità con il quale, tra l’altro, si proponevano alcune procedure di semplificazione che riguardavano in particolare le zone di iniziativa comunale».
Un documento che la Comunità del Parco il 27 marzo 2015 ed inviato ai Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, e al Ministero dei Beni culturali e a Regione Lombardia.
«Purtroppo ad oggi – conti nua il presidente – tale proposta non ha trovato nessun riscontro. Nel frattempo noi abbiamo fatto quanto la legge ci consente, ossia il nuovo Abaco».
Ecco perchè un primo passo potrebbe essere «sollecitare nuovamente Regione e Ministero affinché diano finalmente risposta quanto da noi proposto» sentenzia Beltrami.
Insomma l’iter che è stato avviato ha un obiettivo preciso «la formazione di un nuovo Parco del Ticino, i cui confini verranno notevolmente allargati, tanto da trasformalo nel più grande parco d’Europa – sottolinea il presidente dell’ente – Tutto dipende da quanto è previsto nel testo della legge regionale ancora in discussione».
Il delegato all’urbanistica auspica che «il lavoro che il Parco ha già iniziato con la Regione, teso ad escludere dai vincoli paesaggistici le aree di iniziativa comunale, prosegua celermente».
Una posizione condivisa anche dal numero uno di Palazzo Borghi «Sburocratizzazione e semplificazione non devono essere solo un proclama e ciò vale sia per i cittadini gallaratesi, sia per tutti i cittadini dei Comuni azionisti del Parco. Il Parco del Ticino racchiude un gran numero di aree urbanizzate, bisogna pertanto trovare il giusto punto di equilibrio e la giusta flessibilità. Gallarate si farà portatrice di queste istanze anche presso Regione Lombardia».