Doppia operazione della polizia ittico venatoria della Provincia di Varese: nel mirino degli agenti la vendita di volatili protetti da parte di un esercizio commerciale e un allevamento abusivo di cinghiali. Arrivano denunce e sanzioni.
Il primo blitz è scattato nella zona di Varese dove è stato smantellato un traffico illecito di uccelli protetti. Gli agenti stavano da tempo monitorando l’attività di un negozio che vende anche animali. Al termine di un appostamento gli uomini della polizia ittico venatoria sono intervenuti controllando un cliente appena uscito dall’esercizio commerciale. Gli agenti hanno così scoperto che il cliente aveva appena acquistato tre uccelli protetti e appartenenti alla famiglia dei fringillidi, acquistati e detenuti illegalmente perché sprovvisti di certificato di provenienza e anello identificativo. A quel punto gli agenti sono entrati nel negozio e hanno verificato la detenzione per la vendita di altri 67 uccelli selvatici protetti e illegalmente detenuti.
Gli animali sono stati sequestrati e, in buona parte liberati in natura viste le loro buone condizioni fisiche. Gli altri sono stati destinati alle cure di veterinari convenzionati. Il proprietario del negozio e l’acquirente sono stati denunciati per i reati di detenzione, vendita e ricettazione di fauna selvatica protetta catturata illecitamente. La seconda operazione è stata portata a termine nella zona di Sesto Calende, dove gli agenti in seguito ad accertamento hanno sanzionato un privato per la detenzione e l’allevamento abusivo di tre cinghiali. Gli animali erano detenuti e allevati illegalmente, cioè senza autorizzazione della Regione, senza certificato di provenienza e senza marcatura, all’interno di una proprietà privata opportunamente recintata in una zona boschiva.
L’allevamento indiscriminato di cinghiali è vietato per legge anche per il fatto che trattandosi di specie ad elevata rusticità e prolificità può causare danni alle coltivazioni agricole e all’incolumità pubblica e una fuga o peggio l’immissione di individui allevati può potenzialmente aggravare questi rischi. Gli agenti della polizia ittico venatoria della Provincia di Varese sono estremamente attivi su tutto il territorio. A
Comabbio, quattro giorni fa, è stato sorpreso un cacciatore di frodo. Il bracconiere era a caccia di uccelli migratori: non aveva però né porto d’armi né alcun permesso per cacciare. Il cacciatore di frodo è stato quindi denunciato per porto abusivo d’armi da fuoco, reato penale e non amministrativo, con informativa immediatamente trasmessa alla procura. L’arma, un fucile, e le munizioni sono state sequestrate. L’uomo è stato anche sanzionato. Episodi di questo genere non sono purtroppo infrequenti sul territorio provinciale: la polizia ittico venatoria, attentissima alla tutela della fauna, in diverse occasioni è intervenuta denunciando cacciatori che utilizzavano sistemi di cattura crudeli e vietati. Infine continua da parte degli stessi agenti il monitoraggio al fine di assicurare l’osservanza del temporaneo divieto di caccia disposto da Regione Lombardia in tutta l’area del Campo dei Fiori colpita dal vasto incendio divampato dieci giorni fa.