Lo sconto benzina è a rischio? L’allarme viene lanciato dal consigliere regionale della Lega Nord . Il quale interviene sull’ipotesi «della riduzione della Carta sconto benzina prevista dalla manovra nazionale».
«Se venisse confermata si tratterebbe di una decisione oltremodo stupida, ma che soprattutto andrebbe a gravare sulle spalle dei lombardi, in particolare dei cittadini della provincia di Varese – attacca Monti – per questa ragione ho intenzione di portare in aula quanto prima la questione, per attivarci contro l’ennesimo furto ai danni del nostro territorio».
L’introduzione della carta sconto benzina, ai tempi, era stata una battaglia portata avanti in particolare dalla Lega Nord. Motivo per cui oggi, con l’ipotesi di un ridimensionamento dell’agevolazione sul carburante per chi abita nelle vicinanze del confine svizzero, è soprattutto il Carroccio a scagliarsi contro questa ipotesi.
«Ecco la risposta di Roma alle nostre sacrosante richieste di autonomia: ci tagliano altre risorse. Se le indiscrezioni fossero confermate – commenta Monti – bisognerà chiedere conto al Pd varesino delle decisioni dei loro “colleghi” a Roma, che nella Legge di Stabilità hanno inserito una riduzione del 20% della Carta Sconto benzina. Non serve un luminare per rendersi conto di come un simile taglio renderebbe sconveniente far rifornimento in Italia. In questo modo, chi ne avrà la possibilità, tornerà a recarsi nella vicina Confederazione Elvetica, il tutto a danno dei nostri benzinai».
Monti sottolinea poi come l’ipotesi viaggi proprio in direzione contraria rispetto alla politica che la Lombardia, nella strada verso l’Autonomia dopo il risultato del Referendum, si sta oggi portando avanti. «Nella risoluzione sull’Autonomia è stato approvato un emendamento per chiedere l’aumento della Carta benzina, documento votato anche dagli esponenti del Pd lombardo: qui dicono una cosa ma al governo ne fanno un’altra. Se questi signori sono davvero per l’autonomia, allora facciano sentire la loro voce con i loro “colleghi-predoni” di Roma perché altrimenti le dichiarazioni di intenti e i proclami rischiano di trasformarsi in vuote chiacchiere».