Per migliorare o rifondare la cultura sportiva italiana e, nello specifico, la cultura e la tradizione cestistica del nostro paese, si è sempre detto e creduto fosse fondamentale ripartire dal basso, dalle scuole, dai più giovani.
Di questo era ed è convinto Giacomo Galanda, eroe dello Scudetto della Stella qui a Varese e ora consigliere federale della Fip. Nella giornata di mercoledì, nella sala stampa della Camera dei Deputati a Roma, Galanda ha presentato il suo nuovo progetto “Easybasket in classe”.
Un’idea nata da Galanda, promossa dalla Fip e che ha come testimonial niente meno che Cecilia Zandalasini (fresca di anello WNBA), che propone “l’avvio di un programma di educazione fisica e avvicina i giovani studenti al gioco-sport della pallacanestro, con un approccio ludico e easy, seguendo poche e semplici regole”.
Ne abbiamo parlato con lo stesso Gek, che ci ha proposto una spiegazione dettagliata di questa sua iniziativa: «Sono consigliere federale e sono delegato ai progetti scuola. Insieme al consiglio e a tutto lo staff del settore minibasket e scuola, ho spinto molto perché si iniziasse subito a lavorare su qualcosa su cui si era poco investito. Credo che sia un progetto importante se si vuole puntare a una ripartenza dalla base, dalle scuole. La Federazione ha grandi potenzialità e questo vuole essere un inizio: l’idea è crescere gli sportivi del futuro, e gli sportivi non sono soltanto coloro che prendono la palla e la buttano nel canestro, ma sono anche i tifosi, gli arbitri, i dirigenti, gli allenatori. Abbiamo bisogno di veicolare partendo dalle scuole: se penso allo sport penso solo a valori positivi a livello sociale».
Nello specifico, di cosa tratta questo progetto: «Diamo la possibilità alle classi delle scuole primarie di giocare con il pallone da easybasket, che è più leggero, di divertirsi, di giocare, seguendo poche semplici regole. La proposta è stata inoltrata a tutte le scuole e finora la risposta è stata clamorosa: avevamo preparato 1500 kit gratuiti da inviare alle classi aderenti, ma dopo venti giorni la richiesta era già doppia. Il kit contiene delle schede didattiche, realizzate dallo staff tecnico minibasket e scuola FIP,
e che trattano il tema della pallacanestro come elemento fondamentale per sviluppare le capacità motorie. Schede che però si possono scaricare anche dal sito internet, soprattutto perché vorremmo puntare molto sullo strumento digitale. Un progetto che ha già stimolato anche l’interesse di facoltà universitarie come scienze motorie: noi partiamo dai più piccoli per poi creare idee e progetti sempre più strutturati. Dobbiamo lavorare di squadra, portarlo in giro e farlo conoscere anche se sono già 2600 le classi (tra cui tre in provincia di Varese) che hanno aderito. Volevo che la diffusione fosse capillare ed infatti siamo arrivati in tutta Italia».
Come ha ripetuto a più riprese Galanda, questo suo progetto è una base, una prima pietra su cui costruire qualcosa di ancora più solido e duraturo: «La mia è un’apertura totale, ci vuole il coinvolgimento delle società, degli allenatori e di chiunque sia appassionato di pallacanestro. Vogliamo che questo sia uno strumento che vada a crescere sempre di più e che sia fruibile a tutti. Invito perciò tutti ad andare a visitare il sito, a scaricare il kit gratuito, a seguire le linee guida. La Camera dei Deputati, il Miur e il Ministero della Sanità hanno sposato immediatamente l’idea e perciò pensiamo di essere sulla strada giusta».
Galanda resta però sempre Galanda e, pur ora impegnato in ambiti federali extra campo, non dimentica mai di dare un occhio alla Serie A e specialmente a Varese: «Inevitabilmente continuo a seguire il nostro campionato, anche se penso di poter dire che non è più tra i più blasonati in Europa. Varese ha giocato la sua peggior partita stagionale contro Pistoia, se non contro Venezia, vincendola. Quella di coach Attilio Caja è una squadra con buonissimo potenziale all’interno della Serie A, ha una sua identità precisa e credo che non sia un peccato puntare ai playoff date queste premesse».