Rifiuta una tripla aperta nel concitato finale ma fino a quel momento il suo contributo nella rimonta era stato fondamentale. Con la testa c’è ma deve ancora limare qualche imprecisione fatale.
Ppossiamo ormai considerarlo il centro titolare di questa squadra? A livello di impatto e di pericolosità sta superando Cain. Parte di nuovo in quintetto ed è protagonista: N’Diaye si diverte solo quando lui non c’è.
Un paio di cose buone che fanno il paio con la mano fredda al tiro. Riesce a dare lo stesso un buon contributo.
Le cifre al solito sono buone ma è meglio contenuto rispetto alle scorse partite. Rich gli segna in faccia la tripla decisiva ma la sua difesa nel frangente era stata molto più che onesta.
Forse ci eravamo illusi che non patisse l’impatto fisico con la categoria superiore. In realtà anche ad Avellino va in difficoltà fin dai primi approcci di pressione di Filloy e non è un fattore al tiro. Gli serve tempo.
Ha il merito di interrompere l’emorragia di rimbalzi offensivi concessi alla Sidigas nel terzo quarto. Stilisticamente non è un bel vedere ma lavora ai fianchi, suda, segna, mena e alla fine sa sempre essere prezioso anche non da centro titolare.
Un errore da matita rossa (leggi cross…) subito corretto con la tripla sulla sirena dell’intervallo. Sbaglia, non si abbatte e si migliora, è la sua storia. Però è meno coinvolto in attacco rispetto al solito
Probabilmente la botta subita in apertura di partita un po’ lo condiziona, al tiro è deficitario e anche in termini di assist non lascia il segno. Un passo indietro ben disteso in attacco (1/10), un plauso per l’abnegazione difensiva.
Tira male per tutta la partita ma mette a referto la tripla che poteva risultare decisiva: i grandi giocatori fanno così. Però il suo vivere sempre al limite con i falli stavolta lo tradisce e nel finale convulso non c’è, quando poteva essere fondamentale.
Fa male al cuore dargli solo sei, perché la sua partita è espressione di un bellissimo talento offensivo e di un commovente impegno in difesa. Però quella palla persa nel finale, in quel modo, cambia irreversibilmente tutto.