Per fortuna, è arrivata la Disfatta. E no, attenzione: questo non è il patetico grido antinazionalista di chi aspetta una sconfitta della Nazionale per esternare la sua pochezza. Il cuore del tifoso è ferito, arrabbiato, furioso: e la tristezza diventerà insostenibile quando inizieranno i Mondiali e a noi toccherà un’estate sportivamente inutile. Però, per fortuna è arrivata la disfatta. Perché forse (forse) la patetica figura rimediata dagli azzurri di Ventura farà capire a chi di dovere che bisogna tirare una riga e ricominciare,
ma per davvero. E bisognerà ripartire dalle dimissioni (immediate) di Ventura e di chi l’ha messo lì (da Tavecchio in giù), e bisognerà ripartire da un progetto a lungo termine che dia in mano al prossimo ct un piano decennale sul quale lavorare seriamente. Le insensate follie tattiche di Ventura, le approssimazioni, il tirare a campare dei dirigenti, la supponenza di fronte ad avversari molto più forti (Spagna) e molto più scarsi (Svezia): italiche caratteristiche, che una qualificazione ai Mondiali avrebbe nascosto. E invece è arrivata la Disfatta: per fortuna. Perché non restiamo a casa dai Mondiali per un caso (l’Europeo dei ragazzi di Conte, quello sì, era arrivato per caso e per la bravura del ct). Ma per naturale conseguenza di un cammino tutto sbagliato.