«Oggi di mio c’è poco: questo è il risultato del lavoro dei miei ragazzi». Paolo Tresoldi spiega così – senza prendersi meriti, mettendo il gruppo al primo posto – il successo ottenuto dal Varese sul campo del Castellazzo: «I miei ragazzi avevano grandissima voglia, meritano più di quanto raccolto fin qui: ripeto quanto ho già detto, questa squadra ha tanti valori. Ho trovato un gruppo molto responsabile, dei ragazzi strepitosi. Sono felicissimo del mio esordio: e se è
così, lo è grazie a loro». Tresoldi non fissa obiettivi, ma desideri: «Fare il meglio possibile, partita dopo partita. Adesso salgo sul pullman e mi studio la partita di mercoledì (il Varese giocherà in Coppa Italia i 16esimi di finale contro la Virtus Verona), da domani (oggi per chi legge) ricominciamo a lavorare a testa bassa, con l’intensità con cui piace lavorare ai miei. Ci conosceremo sempre meglio e insieme cercheremo un sogno: dobbiamo solo orientarci per trovarne uno comune».
A fine partita Tresoldi ha radunato in cerchio il suo Varese: «Sono qui da 10 anni e il Varese è stato sofferenza, un fallimento lasciato alle spalle, gente come Lercara, Simonetto e Zazzi che hanno scelto l’Eccellenza perché questo è il Varese. Il Varese è contraddistinto da cuore, sofferenza, sudore: quel cerchio significa questo, farci forza dentro e fuori dal campo. In quel cerchio c’è la forza e la sofferenza del gruppo».
Mercoledì c’è la Coppa: «Al Varese non esistono impegni di primo o secondo livello – prosegue Tresoldi – Chi andrà in campo avrà la possibilità di mettersi in mostra. Non lo nascondo, oggi c’erano giocatori che per come hanno lavorato in settimana meritavano di giocare ma preferisco che siano nella condizione di dare il massimo». Repossi sotto tono? Il mister dice no: «Una grande partita macchiata da un’ingenuità: Andrea è il primo a essere dispiaciuto e gli credo perché è un ragazzo sincero. Ci ha abituato a grandissime prestazioni – spiega il neo tecnico – oggi ne ha fatta una grande».
Il Varese ha incassato una pesante contestazione dagli ultras, che Tresoldi commenta così: «Certo, mi sono cercato un bell’esordio… Fumogeni, petardi, partita sospesa, tre traverse, due pali, due espulsioni, due salvataggi di Bizzi che è stato bravissimo: non mi sono fatto mancare niente. Mi è dispiaciuto vederli andare via ma non sono nelle condizioni di chiedere o aspettarmi niente: ho solo un sentimento di dispiacere e credo che quei ragazzi abbiano lasciato lo stadio con tristezza. So che i ragazzi della Curva ci sono sempre stati vicini, oggi hanno fatto 150 chilometri per stare qui mezz’ora ma per esternare i loro sentimenti. Non li giudico, vado avanti con questi spettacolari ragazzi: noi dobbiamo solo lavorare e forse anche gli ultras vedranno che i miei lottano per proprio come loro».