Tre sconfitte, ok, ma due di esse collezionate più o meno all’ultimo tiro e restando sempre in partita. Tre sconfitte, ok, una pesante di 21 punti ma le altre due rispettivamente di 4 e 3 punti. Tre sconfitte, ok, ma due di queste ricche di episodi di segno negativo (il tiro di Moore, i rimbalzi offensivi lasciati per strada e due “fischi” assurdi al cospetto di Pesaro, la palla persa di Hollis e la prodezza di Rich contro Avellino) a conti fatti determinanti.
Eppure i numeri delle ultime tre partite giocate dalla Openjobmetis Varese certificano un decremento nel rendimento collettivo di squadra e singoli ben più evidente di quanto detto dagli scarti finali e dall’andamento dei match sul campo.
Contro Avellino, Sassari e Pesaro Varese è stata una delle peggiori squadre di Serie A in tante voci statistiche. A cominciare dai punti segnati, 64,3: meglio della Openjobmetis hanno fatto tutte le altre quindici formazioni del massimo campionato. E la contrazione della produttività offensiva è evidente anche nel raffronto interno: nelle prime sei gare la formazione di Attilio Caja aveva segnato 78,5 punti di media . Andiamo oltre. Varese nelle ultime tre è stata il fanalino di coda del campionato anche nei falli subiti (14,7 contro i 17,8 delle prime sei partite), nel numero dei tiri liberi tentati (11,7: sono stati 17,7 nelle sei puntate dell’incipit) e nella percentuale del tiro da tre punti (22,7%: la somma dei match contro Venezia, Milano, Cantù, Brescia, Pistoia e Trentino aveva invece fatto segnare il 33,8% di media).
Non è andata meglio nella valutazione complessiva (59,3, penultimo dato della Serie A: era stata di 82,3 a gara nelle prime sei), negli assist (9,7, penultimo dato, contro i 13,7 dell’inizio), nelle stoppate subite (3,3 a partita, anche qui da penultimi del torneo, contro le 3 dei primi due mesi) e nella percentuale del tiro da 2 punti (46,5%, 13° posto, contro il 50,8% ottenuto nei sei appuntamenti precedenti). Per la cronaca sono scese anche le stoppate date (2,7 contro 3,5) e diminuite (ma questo è un dato positivo) le palle perse (9,7 contro 12,8).
Attenzione: qualcosa è cambiato anche in un aspetto del gioco che aveva visto Ferrero e compagni primeggiare (o quasi) rispetto alla concorrenza. Scriviamo dei rimbalzi. Per quanto riguarda quelli totali il fatturato degli scontri con Sidigas, Banco di Sardegna e Vuelle è stato di 37,7 carambole a gara: se è vero che il dato pone Varese al 7° posto, quindi non malaccio, è vero altrettanto che nelle prime sei i rimbalzi erano stati 40,3 a partita e che gli uomini dell’Artiglio si contendevano la prima piazza nella specifica statistica con la The Flexx Pistoia.
A proposito di rimbalzi: sono diminuiti quelli difensivi (24,3 contro 27,7: Varese al 15° posto) e sono aumentati quelli offensivi concessi (13, 4° peggiore, contro i 10,3 delle prime sei) e quelli totali concessi (40, 6a peggiore, contro 34,3).
Due osservazioni
Un collettivo è fatto di unità: se le cifre della squadra calano è perchè lo fanno quelle dei singoli giocatori. Senza andare a spaccare il capello in quattro, basti notare i punti segnati di media: tutti gli effettivi sono peggiorati tranne Cain, Avramovic, Pelle e Okoye, con Waller nel ruolo di Calimero essendo passato dai 14 punti delle prime sei sfide ai 7 delle ultime tre.
E poi le percentuali di tiro: lo stesso Waller ha tirato da 3 con il 17,6% (prima lo faceva con il 41%), e sempre da oltre l’arco Ferrero è passato dal 31,6 al 14,6% e Hollis dal 54,5% al 25%.
Si potrebbe anche andare avanti, ma a)le variazioni in altre voci statistiche dei singoli non sono così eclatanti e b)il concetto ormai è chiaro.
Osservazioni? Due, forse anche banali ma evidenti. La prima è che nonostante alcuni passaggi a vuoto emersi in controluce in tutte e tre le occasioni, contro Avellino, Sassari e Pesaro la difesa ha continuato a non tradire. Ed è forse questa la ragione principale per la quale due delle tre sconfitte sono maturate solo all’ultimo e, nel caso della partita giocata all’Adriatic Arena, dopo un sostanzioso recupero biancorosso (dal -17).La seconda è che se è vero che dal trittico appena andato in onda sugli schermi cestistici la Openjobmetis esce con zero punti in classifica,
qualche dubbio in più rispetto al mese di ottobre e un morale non certo alto (pure dell’ambiente… E a tal proposito ci ripetiamo: obiettivo salvezza significa anche passare da strisce negative del genere), non è certo falso notare che sarebbe bastato fare un poco meglio di quanto ottenuto (ed evidenziato dalle nude e pessime cifre) per portare a casa 2 o 4 punti. E allora staremmo parlando di altro, nonostante i numeri.