«Una giornata positiva per Gallarate» afferma il sindaco al termine dell’incontro di ieri pomeriggio a Roma con i vertici del Demanio romani e lombardi (con cui c’era già stato un primo contatto), il generale Gambardella responsabile della task-force ministeriale per la dismissione degli immobili della Difesa, il consigliere del ministro della difesa e lo stato maggiore dell’Aeronautica. «Le tempistiche per la dismissione delle parti che il Ministero della Difesa dovrebbe lasciare al demanio, dovrebbero essere più veloci – spiega Cassani – ed al più presto fisseremo un altro incontro».
Un tavolo di confronto utile per fare luce sul futuro dell’area di dieci ettari che, fino al 2015, ospitava la Caserma dell’aeronautica di viale Milano a Madonna in Campagna. Infatti, dopo un sopralluogo avvenuto poco più di un anno fa, e la delibera di giunta di giovedì 30 novembre, il primo cittadino è andato in missione nella capitale per definire i termini della cessione.
L’esito? «L’Aeronautica si è riservata di fare delle valutazioni sulla parte di immobili che resterebbero in suo possesso e che, come più volte affermato, valorizzerebbe – sottolinea il capo della giunta di centrodestra – A fronte di queste valutazioni, ci sono ancora più possibilità che quell’area della città torni a vivere». «Speriamo nel giro di qualche mese di discutere con il Demanio per permutare parte dell’area con altri immobili comunali» rivela l’esponente leghista. Che evidenzia come «l’obiettivo del Demanio è di ridurre le locazioni passive (a Gallarate possiede la caserma dei Carabinieri, quella della Guardia di finanza e con i relativi alloggi). Per questo faremo le nostre valutazioni ponderando il valore degli immobili per trovare equilibrio».
Una data, il 3 dicembre, che quindi, segna uno spartiacque tra il passato ed il futuro del Casermone. Più volte il numero uno di Palazzo Borghi si è espresso a riguardo: «Non è mia intenzione lasciare l’area al proprio destino come successo in passato per gli spazi delle Ferrovie dello Stato di via Pacinotti». Una posizione che ha aperto la via a numerose possibilità, una cittadella delle forze dell’ordine prima, una scuola per il rione poi.
«Abbiamo affrontato anche il discorso del Piano di Governo del Territorio per capire cosa prevede l’attuale destinazione e quali sono le nostre intenzioni per valorizzare l’area» conclude Cassani. Insomma, il cielo sopra al Casermone, così lo chiamano gli abitanti del rione, sembra ora davvero più sereno.