Nell’assurda domenica di Castellazzo, in cui è emersa in maniera ancora più netta la spaccatura tra tifosi (ultras che contestano e lanciano fumogeni, gli altri che non apprezzano e applaudono la strada), il Varese ha ritrovato la vittoria.
Una vittoria che mancava dal primo novembre, da Varese-Pavia, da troppo tempo: più di un mese, quindi i tre punti di domenica fanno notizia già da soli. In settimane come queste è anche difficile scrivere di campo, ma d’altronde è l’unica situazione tangibile che si può commentare, di cui si può parlare. E che almeno per poche ore è in grado di risollevare il morale ai tifosi che ancora sostengono la squadra. Il Varese di Paolo Tresoldi, pur contro un’avversaria di modesto valore, è piaciuto per applicazione, per atteggiamento, per voglia di reagire e di regalarsi una soddisfazione. Come scritto anche lunedì, non era facile trovare la concentrazione e le motivazioni dopo una settimana così difficile: Tresoldi ha saputo ricreare uno spirito in pochissimi giorni di lavoro senza fare rivoluzioni (anche perché non aveva il materiale umano per farle).
Ora Chieri e Varesina sono due test interessanti così come lo è l’impegno di coppa di domani a Verona. Giocare una partita in più può far bene ai biancorossi, per trovare fiducia e per provare sul campo le idee e i dettami di Tresoldi. Anche questa settimana però può riservare purtroppo tanta passione e tante sorprese in negativo al popolo biancorosso perché sul piede di partenza ci sono giocatori indispensabili per questo Varese: parliamo di Rolando,
Palazzolo e Repossi. L’incertezza societaria altro non fa che incentivare gli addii di altri giocatori: che poi, dunque, non si abbia il coraggio (o la faccia tosta) di contestare quei pochi che rimangono, se la squadra viene progressivamente smantellata. Intanto il calendario propone ancora tre partite da qui alla fine dell’anno: c’è chi se le vuole giocare perché a gettare la spugna non ci sta nessuno, mentre chi dovrebbe non pare proprio intenzionato a farlo.