Se il peggio pensavamo di averlo già visto o vissuto, ecco, ci eravamo sbagliati.
Nella giornata di lunedì, come vi avevamo raccontato sul quotidiano in edicola ieri, si è consumato l’addio al Varese di Ciro Improta. Lo storico preparatore atletico, già protagonista in passato in biancorosso e tornato in società per la ripartenza dall’Eccellenza, è stato convocato lunedì in sede prima dell’allenamento: Improta, da sempre benvoluto dai giocatori, ha ricevuto il benservito dopo più di due stagioni. La notizia, come era inevitabile accadesse, ha subito fatto breccia nell’indignazione dei tifosi, che non hanno fatto a meno di scriverlo o di farlo notare attraverso Facebook.
Immancabili le critiche alla società, anche da parte di uno dei fondatori del nuovo Varese, Enzo Rosa, che ha sempre avuto un bel legame con Improta. Nella mattinata di ieri, poi, la ciliegina sulla torta: utilizzando inspiegabilmente come “cassa di risonanza” il profilo Facebook del tifoso Ezio Macchi, il proprietario del Varese Paolo Basile ha voluto esprimere la sua versione dei fatti sull’allontanamento di Improta.
Un post comparso e scomparso in pochissimo tempo, non abbastanza però da passare inosservato. Lo citiamo dunque qui, parola per parola: «Erroneamente da quanto riportato sui social da parte dei soliti contestatori, tengo a precisare che il Prof. Ciro Improta non è stato licenziato, bensì è stata accolta la richiesta legittima del nuovo mister Tresoldi di avvalersi della collaborazione del suo preparatore, con il quale lavorava da anni con la Juniores. Essendo stata l’unica richiesta avanzata da mister Tresoldi, la società l’ha appoggiata. Per non lasciare a casa il Prof. Ciro e per segno di gratitudine, gli è stata offerta la guida della Juniores, che ha rifiutato. Per vostra conoscenza, Paolo Basile». Come si suol dire, la toppa peggio del buco. Anche perché il post è scomparso dopo pochissimi minuti ma ha scatenato comunque diverse reazioni.
Sempre ieri, tantissimi giocatori hanno voluto ringraziare Ciro Improta per il lavoro svolto in queste stagioni. Il primo è stato Michele Ferri, che ha parlato così di “o’ professore”: «Il calcio ti regala momenti belli e persone meravigliose come te. Mio caro prof Ciro Improta, persona seria, responsabile, preparata, amico dai mille consigli e dalle mille risorse. Ma il calcio è veloce, le situazioni cambiano e siamo costretti a perdere persone come te, e anche se non sarai più il mio prof., resterai per sempre il mio grande amico».
Al messaggio di Ferri si sono aggiunti i commenti di Zazzi, Becchio, Piraccini, Calzi, Talarico, Rolando, Repossi, Battistello, ma anche un altro bel ricordo di Daniele Capelloni: «Parte delle mie gioie calcistiche le devo a te, ci siamo conosciuti a Darfo Boario con Melosi, mi hai portato a Sesto San Giovanni e quella sera di agosto mi hai fatto chiamare da Melosi per seguirvi a Varese. Tre stagioni tutte diverse ma speciali (quante navette mi hai fatto fare,
mannaggia a te). Non mi stupisco più di questo calcio, ma forse Ciro non siamo parte di quel mondo, che non dà gratitudine ma solo pugnalate. Ci sta tutto nel calcio, per carità, e ognuno fa le proprie scelte, ma non ci sta il declassamento di un professionista serio e preparato come te che ha dato tanto a tutti e a tutto il calcio a Varese e non solo. Buona fortuna Amico Mio, sarai sempre il mio “O’professor”».
Capitolo societario: potrebbe entrare a breve nel vivo la trattativa con Sauro Catellani, agente Fifa ed ex calciatore tra le altre di Inter, Verona, Napoli ed Udinese.
Catellani è in attesa dell’ok definitivo di due sponsor che appoggerebbero il suo progetto: una volta ottenuti sarebbe pronto ad aprire la trattativa incontrando di nuovo l’avvocato Eugenio Piccolo. Una volta entrata nel vivo, la trattativa potrebbe chiudersi anche entro la fine di questa settimana. Catellani non è però un nome nuovo, perché già due settimane fa era stato in visita ad Albizzate (dove ha avuto modo di ritrovare l’amico di lunga data Ciro Improta), ed ha anche già visionato i conti societari. Nonostante tutto, questi potrebbero essere giorni decisivi.