«Ora vogliamo sapere (e faremo un accesso agli atti quanto prima) quali sono le spese legali che il Comune ha dovuto sostenere, anziché per il bene pubblico, per difendere la propaganda del sindaco» domanda a gran voce il Partito Democratico. Come prevedibile, la bocciatura ricevuta dal Tar in merito all’ordinanza sui profughi emanata dal sindaco Andrea Cassani lo scorso 18 agosto, non è passata inosservata, anzi: ha messo in luce due posizioni completamente divergenti per quanto riguarda la gestione dei richiedenti asilo. Infatti, se da un lato gli esponenti della Lega fanno quadrato intorno al primo cittadino, il partito democratico coglie la palla al balzo per analizzare le decisioni prese da Cassani.
Ma andiamo con ordine. Per gli esponenti del PD gallaratese il responso del Tar è l’episodio che permette di «tracciare un primo bilancio della gestione del tema decoro/sicurezza da parte della giunta Cassani». Perchè se durante la campagna elettorale «si era candidato a fare il sindaco-sceriffo, ha chiesto voti sulla sicurezza ma ha scoperto di essersi ingannato: ora si lamenta di non poter muovere un dito, invocando zio Salvini per metterci una pezza». E, proprio per questo, il giudizio espresso dalla segreteria del partito che siede tra i banchi dell’opposizione non può che essere negativo «di fronte ad un fenomeno come quello dei profughi e dei richiedenti asilo in arrivo nel nostro Paese, la gestione di Cassani è stata totalmente deficitaria e, per il poco fatto, anche sbagliata».
Perchè, oltre alla sentenza del tribunale, per il PD il numero uno di Palazzo Borghi « non ha fatto tutto ciò che poteva fare per gestire al meglio la questione nell’interesse dei cittadini gallaratesi». Il riferimento è, ovviamente, all’adesione allo Sprar richiesta dall’opposizione al completo e sempre respinta dalla giunta di centrodestra. Una decisione che, per il PD rappresenterebbe la risoluzione di tutti quei problemi utilizzati per giustificare la firma del provvedimento. Insomma «Quella di lasciare le cose come stanno è una scelta del sindaco: questo deve essere chiaro ad ogni cittadino gallaratese».
Se il PD ritiene corretta la sentenza, dall’altra parte della barricata, il responso è stato accolto in tutt’altra maniera. «Per l’ennesima volta lo Stato centrale, tramite il Tar, ha dimostrato che non gliene frega niente della volontà e della sicurezza dei cittadini » dichiara capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale «questa ordinanza era stata pensata in modo da poter dare al sindaco un minimo di controllo (che oggi è negato) sul fenomeno dei richiedenti asilo».
Per questo, secondo l’esponente leghista, la decisione del Tar suffraga la tesi secondo la quale «L’affare dei clandestini è privato e lo Stato vuole gestirsi liberamente senza interferenze da parte di qualsiasi altro interlocutore». È lo stesso Deligios ad ammettere che «Tutte le forme di lamentele riguardo all’ordinanza sono più o meno accettabili» ad una condizione però «che non vengano espresse da esponenti del Partito Democratico». La motivazione è duplice «In primo luogo perché il PD è
complice di questo esodo» afferma il capogruppo della Lega che evidenzia anche un altro punto «tra le fila del pd cittadino mi pare che vi siano alcuni soggetti alle dipendenze di società che operano in questo business». E per lo Sprar? «Come detto in consiglio comunale» continua il leghista «non saremo mai complici di questo meccanismo che non funziona, la riprova sono, ad esempio, gli ultimi arresti per spaccio che coinvolgono i profughi. Per questo continueremo a supportare il nostro sindaco».
Entrambe le fazioni non accennano a voler deporre le armi la partita quindi appare tutt’altro che chiusa.