– Lo avevano annunciato e così è stato. Ieri mattina alle 8 un gruppo composto da oltre un centinaio di alunni dell’Istituto Gadda Rosselli hanno manifestato. L’oggetto del contendere? La rotazione delle classi, una proposta avanzata dal dirigente scolastico per ovviare l’impossibilità momentanea di utilizzare alcune aule dell’edificio di via De Albertis.
E nei giorni scorsi, era stato lo stesso Bosello a chiedere un rinvio delle proteste a dopo l’incontro in Provincia (proprietaria dell’immobile), previsto per giovedì. «Siamo qui davanti alla nostra scuola per dire che vogliamo investire sul nostro futuro – spiega rappresentante di istituto – Il nuovo orario non fa per noi, perderemo la qualità delle lezioni e del nostro rendimento». Proprio per questo motivo, nonostante le condizioni climatiche avverse, i ragazzi hanno deciso di far sentire la propria voce.
«Chiediamo, da chi dall’altro prende le decisioni, una risposta che sia immediata ed efficace – sottolinea il rappresentate degli studenti – Abbiamo il dovere di studiare e il diritto di essere messi nelle condizioni di farlo».
Ai 1460 iscritti al Gadda la possibilità di fare un giorno di riposo settimanale con un ampliamento dell’orario scolastico fino alle 14, ed un giorno fino alle 16 per le classi del tecnico, non piace. «La nostra è una scuola di qualità e per noi studenti questo è un aspetto importante. Però – precisa Ivanov – Vogliamo una scuola che ci permetta di studiare e di avere una vita al di fuori dell’istituto per fare sport, coltivare un hobby, svolgere l’alternanza scuola/lavoro e crearci il nostro futuro».
La protesta, durata un paio d’ore, è stata pacifica unica nota negativa il lancio di due uova da parte di un gruppo di ragazzi (non del Gadda) da cui il gruppo di manifestanti ha preso subito le distanze. Come sottolineato da studenti e genitori «Non siamo qui per protestare contro la nostra scuola anzi, vogliamo sostenere la Dirigenza Scolastica nell’ottenimento di soluzioni definitive per far sì che le aule del seminterrato possano essere utilizzate in maniera continuativa».
Tra i presenti il sindaco «Possiamo fare un controllo – interviene – per valutare quali aule il Comune avrebbe a disposizione da allocare alla Provincia».
Una soluzione da valutare bene visto che «La Provincia ci fa pagare caramente tutto ciò che le chiediamo – afferma Cassani che evidenzia come – aule disponibili vicine non ne abbiamo, l’unica è una scuola non in usi è a Cedrate ma era una materna».