Come vince questa Varese, nessuno mai…
Se dieci partite possono essere considerate un campione statistico già affidabile, il numero più curioso relativo alla Openjobmetis 2017/2018 è quello che descrive lo scarto medio nelle vittorie ottenute.
La squadra di Caja ha esultato quattro volte fin qui, contro Cantù, Trento, Pistoia e Capo d’Orlando. Quattro hurrà, tutti casalinghi, con un margine sull’avversario rispettivamente di 31, 27, 8 e 24 punti. La media fa 22,5.
In serie A nessuno ha fatto meglio: la seconda nella speciale classifica è la Grissin Bon Reggio Emilia con 17,6 punti di scarto medio, media calcolata però su 3 vittorie. Terza, con 15 punti, è la Virtus Bologna (4 successi come Varese), quarte Sassari e Cremona con 13,5 (e rispettivamente 7 e 4 vittorie), poi Trento con 12 (4 vittorie), Brescia con 11,1 (9 vittorie), Milano con 10,1 (7 vittorie) e Pistoia con 10 (4 vittorie).
E una media tale non trova paragoni nemmeno nel recente passato “interno”. Dopo 10 giornate la Varese dell’ultima stagione, ottava nella graduatoria della Serie A, ha un ruolino di marcia identico a quella del 2015/2016 (che però era al 13° posto), a quella del 2014/2015 (10a dopo 10 giornate), a quella del 2013/2014 (10a) e a quella del 2009/2010 (13a dopo la penalizzazione di 2 punti). Meglio dei pretoriani dell’Artiglio avevano fatto gli Indimenticabili, con 9 vittorie e una sola sconfitta (1° posto), la Cimberio 2011/2012 con 6 vittorie (6° posto) e quella del 2010/2011 (4° posto). Peggio, invece, la dozzina guidata da Paolo Moretti lo scorso anno: 3 vittorie e 7 sconfitte, con conseguente 14° posto. Nessuna di queste antenate, tuttavia, vinceva “meglio” dell’ultima Openjobmetis: 11 punti lo scarto medio del 2016/2017 nei successi ottenuti nei primi 10 incontri, 8 nel 2015/2016, 8 nel 2014/2015, 15,5 nel 2013/2014, 9,4 nel 2012/2013, 6,3 nel 2011/2012, 6,8 nel 2010/2011 e 11,5 nel 2009/2010.
Sono interessanti anche i dati relativi alle sconfitte. Varese, che ha perso contro Venezia, Milano, Brescia, Avellino, Sassari e Pesaro, lo ha fatto con uno scarto medio di 8,8 punti. La cifra vale la 4a piazza nella speciale classifica: prima di lei Bologna (4,3 sullo stesso numero di sconfitte), Venezia (5,6 su 3 insuccessi) e ancora Reggio Emilia (8,7 su 7 sconfitte).
Le conclusioni? Le abbozziamo solamente, lasciando il compito al lettore. È evidente come Ferrero e compagni (collettivo che rappresenta la 2a difesa del campionato, dietro solo a Brescia, con 70,9 punti subiti a partita) abbiano avuto fin qui una costanza di rendimento in retroguardia che ha fatto la loro fortuna, in luogo di un attacco mediamente mediocre (13° posto con 74,6 punti segnati di media): quando però la produttività offensiva ha raggiunto livelli sufficienti o buoni, accompagnandosi così alla costante difensiva, per gli avversari si è fatta dura.
E sempre restando in tema di cifre, non si può non tornare almeno brevemente sulla prestazione monstre di Tyler Cain dell’altro ieri. 22 punti, 10/10 al tiro, 14 rimbalzi e 39 di valutazione: quest’ultima è risultata essere la terza prestazione della Serie A 2017/2018 e la seconda degli ultimi 7 anni in casa biancorossa (meglio fece solo Bryant Dunston con 40 il 14 aprile 2013 contro Milano). E il 10/10 nel tiro da 2? Nessun giocatore del corrente campionato aveva realizzato 10 o più tiri senza commettere errori.
E se si va a pescare nella recente epopea del club che ha vinto 10 scudetti, quanto totalizzato da Cain è più unico che raro: c’è chi ha segnato 15 tiri da 2 in una partita (Mrsic nel 1998/1999), o 13 (Conti nel 2001/2002, Holland due volte, Davies nel 2015/2016), chi 12 (Lloreda nel 2007/2008) e chi 11 (è successo 6 volte dal 1998/1999 a oggi). Nessuno, però, è stato più preciso del centro di Rochester. Se la memoria non ci inganna e non lo ha fatto il controllo delle statistiche, negli ultimi vent’anni c’è chi si è solo avvicinato: Daniel Santiago, con il 9/9 ottenuto contro Roma nella stagione 1999/2000.