Il movimento “Grande Nord” è pronto per la battaglia elettorale: «Nessuna alleanza con gli impresentabili, non ci mischieremo con la cloaca romana, come diceva Miglio. Noi l’unica novità alle urne nel campo del centrodestra». Parola del cofondatore , che conferma: «Io non mi candido. E nelle nostre liste non ci saranno politici di professione. È l’unico modo per non farsi fagocitare da Roma».
Venerdì sera è in programma la prima uscita pubblica a Varese, al City Hotel, alla presenza del candidato alle regionali , ma ieri a Milano “Grande Nord” ha lanciato la propria sfida elettorale, annunciando proprie liste e candidati alle elezioni politiche sia alla Camera sia al Senato in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria ed Emilia Romagna, oltre che alle elezioni regionali lombarde.
«Grande Nord sarà presente con il proprio simbolo, senza fare alleanze e con un impegno ben preciso nei confronti dei nostri cittadini – le parole del cofondatore Marco Reguzzoni, ex capogruppo della Lega Nord a Montecitorio – I nostri candidati dovranno accettare delle regole ben precise, tra cui quella di partecipare solo alle votazioni utili agli interessi delle regioni del Nord e di non accettare nessun tipo di incarico di Governo, votando la fiducia solo a quei Governi che condividano il programma di Grande Nord nel loro mandato».
Una battaglia in salita con la nuova legge elettorale?
«Non ci spaventa lo sbarramento al 3%. E a chi ci propone alleanze rispondiamo che non ci interessano – chiarisce Marco Reguzzoni – È una risposta ad un centrodestra che, se è un’alleanza tra Berlusconi, che gode della mia stima ma che dice le stesse cose del ‘94 accompagnato dagli stessi “impresentabili” che gli hanno già impedito di realizzare quei programmi, e il blocco Salvini-Meloni-Casa Pound, non rappresenta un’alternativa seria per governare il Paese. Noi siamo l’unica novità vera in campo liberale, e con la nostra proposta ci rivolgiamo a chi ha perso fiducia in questa politica ormai “squalificata” agli occhi dei cittadini».
A Roma “Grande Nord” punterà a mettere in pratica i dettami di e della Lega delle origini, come sottolinea Reguzzoni: «L’unica strada per uscire da questa situazione è non mischiarsi con la “cloaca romana” che assorbe chiunque, come diceva Miglio. La nostra pattuglia di parlamentari sarà una clava nelle mani del Nord: sosterranno anche il diavolo, se appoggerà i nostri programmi. Al primo punto dei quali c’è la riduzione da mille a cento del numero dei parlamentari, perché siano pochi e controllabili dal cittadino invece che troppi e “imboscati” dietro ai simboli di partito come succede oggi. Avranno mani libere e voteranno solo provvedimenti a favore del Nord, senza accettare incarichi di governo né presidenze di commissione».
Quel “modello SVP” che Reguzzoni e l’altro fondatore avevano già preso a riferimento del nuovo movimento, e che paradossalmente, nel caso in cui GN dovesse centrare l’obiettivo dell’ingresso in Parlamento, potrebbe essere decisivo, con le maggioranze risicatissime che saranno chiamate a formare un governo nel sistema “tripolare” attuale.