Una mattinata che rimarrà impressa nella memoria, quella di ieri di via Brunico: l’Istituto Provinciale per l’Istruzione degli Adulti, il CPIA, è stato ufficialmente intitolato – primo in Italia – a .
A seguire la cerimonia ufficiale ed il convegno dedicato alla memoria e all’opera del più noto dei linguisti italiani del Novecento, scomparso il 5 gennaio del 2017, la moglie e uno stuolo di autorità e di personaggi della cultura varesina: i sindaci di Varese e di Malnate , gli assessori e , l’onorevole del PD , il provveditore agli studi , i dirigenti del Cairoli e del Daverio-Casula unitamente ad una delegazione di studenti dell’Einaudi e del Newton serale oltre ai presidi del CPIA di Gallarate, Lecco, Sondrio.
Un evento di forte impatto per il quartiere, che riporta al centro dell’attenzione le scuole di Belforte, dove l’ultima intitolazione – quella della materna Collodi – si era registrata negli anni Ottanta. Nato da una riforma del 2007, poi formalizzata nel 2012, il CPIA arriva in realtà in via Brunico al 29 nel settembre del 2014, occupando le aule che furono del Manzoni per tanti anni; nel febbraio dell’anno successivo viene inaugurato ufficialmente dopo lo spostamento nell’ala
sinistra, che lascia il settore di destra alle due sezioni della Salvemini, la scuola media che si identificava con l’edificio dal suo varo, nel 1974. «È per noi questa giornata motivo di grande soddisfazione – spiega il dirigente – per il percorso fatto in questi tre anni, che – partendo da zero – non era assolutamente scontato, e che traccia un primo bilancio rispetto al duplice obiettivo di costruire l’identità e l’autonomia operativa dell’Istituto e di farsi riconoscere come interlocutori dai diversi attori del territorio».
Il CPIA nasce dall’accorpamento dei Centri Territoriali Permanenti, strutture insediate presso alcuni istituti comprensivi o superiori che oggi sono le sedi associate dello Stein di Gavirate e del Geymonat di Gallarate; garantisce l’istruzione di primo livello per coloro che non sono riusciti a concluderla nei percorsi ordinari del mattino, l’istruzione di secondo livello nelle scuole serali presso gli istituti Newton, Daverio-Casula e Einaudi, l’insegnamento dell’italiano rivolto agli stranieri immigrati e ai rifugiati nelle strutture di accoglienza; infine opera presso il carcere. «Un’intitolazione azzeccatissima – ha osservato Merletti – che riporta la lingua al centro del sistema di istruzione e di formazione».
«Un omaggio – ha commentato Caielli – a uno studioso e un uomo di scuola che è stato innovatore e maestro in molti campi, con il suo lavoro per le famose 10 tesi dell’educazione linguistica democratica, con i suoi studi di linguista e come storico della lingua italiana e della questione della lingua, nel suo essere impegnato nelle istituzioni. La sua quasi ossessione è stata la lotta all’analfabetismo: quello ‘classico’ inteso in senso letterale, motivo un tempo di isolamento sociale per grandi masse di cittadini e quello funzionale, motivo oggi di disgregazione e di rischio per i nostri sistemi democratici, e che ci riguarda tutti».