La solita Varese, nel bene ma soprattutto nel male.
La solita sconfitta, quella che giunge più puntuale delle tasse quando a una difesa degna non corrisponde un attacco che sia tale.
A Reggio Emilia arriva il quinto insuccesso su cinque trasferte stagionali per l’esercito cestistico di Attilio Caja, e le lacrime versate sono tutte nel tiro da tre che non entra (2/15) e stavolta anche nelle palle perse (14), voce che sintetizza anche qualche sbavatura evitabile e a conti fatti decisiva quasi quanto la magra balistica (tanti gli errori commessi quando sarebbe stato necessario aggredire il match).
Nel 76-66 con cui la Grissin Bon batte (e raggiunge in classifica) la Openjobmetis non basta e non potrebbe bastare nemmeno per sbaglio un Wells più che discreto (14 e 7 assist), quando quelli che dovrebbero accompagnarlo nell’arte del bucare le retine marcano visita: Okoye – 8 punti con 2/12 – e Waller – 11 punti con 1/6 da 3 punti – su tutti. E poi c’è Hollis, punito in modo durissimo dall’Artiglio con 37 minuti di panchina dopo un inizio totalmente inadeguato per concentrazione. E quando uno dei tuoi stranieri gioca solo tre minuti un problema esiste, inutile girarci intorno. Ed esiste da qualunque angolatura si guardi la questione.
La solita Varese – punita da un Markoishvili assatanato da oltre l’arco (6/10 dopo i primi sdeng contro la zona) e da un White sartoriale nella sua superiorità tecnica e fisica – e la solita sconfitta. Sulla quale ogni ulteriore ricamo sarebbe inutile e stucchevole da leggere. Fermiamoci, ri-sottolineandola, all’unica cosa importante: 2/15 da 3, 13%.
Il gioco in questione si chiama palla a canestro.
Zona e Hollis nell’incipit dei “cajani” (dall’altra parte c’è la sorpresa Chris Wright, recuperato in extremis e messo al posto di Llompart): una funziona, l’altro no. La prima è un’esigenza visto il gap fisico e ha il suo notevole impatto, perché costringe Reggio a sparacchiare dall’arco (2/11 nei primi 10’ minuti) e le toglie ritmo. Il secondo, cui viene concessa una seconda chance dopo lo starting five contro Capo d’Orlando, è discreto nella 2-3 ma pessimo in attacco: 3 perse e panchina dopo tre minuti. Varese però c’è e c’è Wells: alcune sue sortite e alcuni suoi assist (uno inedito sopra il ferro per Pelle) permettono agli ospiti di stare avanti nel punteggio (pur con risicato margine) fino alla prima sirena, con i canestri anche di Waller, Ferrero e Okoye (14-15 al 10’).
Certi “fischi” hanno il potere di cambiare le inerzie delle partite: consuetudine che si manifesta anche al PalaBigi. Un antisportivo inventato dai “grigi” e sanzionato a Ferrero (che cerca la palla su un’entrata di Wright) blocca una Openjobmetis scattata anche a +4 (17-21) nel secondo quarto. La chiamata amica “registra” la Grissin Bon, che ritrova anche un po’ di mira dalla distanza con Markoishvili e Mussini e schizza a +6 dopo un parziale di 12-2. La squadra di Caja ci mette anche del suo, in verità: palle perse (7 in 20 minuti) e canestri già fatti buttati nella spazzatura. La costante difensiva blocca però la possibile fuga dei padroni di casa e da lì Ferrero e compagni ripartono anche davanti – con 4 punti di Wells, con una tripla di Waller e con Okoye – tanto da tornare addirittura in vantaggio (31-32 al 19’) e poi comunque a contatto al 20’ (35-24 dopo il canestro di White).
Il ritorno in campo coincide con una grandinata reggiana da oltre l’arco dei 6,75 metri: nel sacco la mettono l’ex Wright, ancora Markoishvili e White. Dall’altra parte della luna risponde solo un Wells sempre più in palla, e nella differenza tra botta e risposta sta quel +5 che la Grissin Bon si porta dietro per diversi minuti.
Varese prova a tornare più sotto con Waller (49-45 al 25’), ma si perde progressivamente in un tiro che non entra praticamente mai, trovando punti solo “dalla linea della carità”. Quando poi gli uomini di Menetti ricominciano a far piovere nel canestro avversario dopo qualche minuto di pausa, il crollo diventa plastico: dal 49-45 si passa 60-51 della penultima sirena, con gli dei del basket che paiono tutti fare l’occhiolino ai padroni di casa.
E così è. Perché se segni soltanto 5 punti nei primi 6 minuti del quarto decisivo e nel momento in cui dovresti provare il tutto per tutto produci – nell’ordine – una palla persa, un’infrazione di 24” e una di passi, nessuna divinità ti può guardare in modo benevolo.
La strada di Reggio Emilia è tutta in discesa ed è lastricata dalle bombe che Markoishvili continua a segnare. Finisce 76-66 dopo un quarto senza speranze per i biancorossi.
Finisce – come sempre – che la difesa non basta.
: Mussini 5 (1/1, 1/3), Wright J. 4 (2/8), Bonacini ne, Candi 8 (1/1, 2/6), Della Valle 14 (2/6, 1/5), White 17 (4/8, 1/1), Reynolds 2 (0/3), Markoishvili 20 (1/2, 6/10), Wright C. 3 (0/2, 1/3), De Vico 3 (1/3 da 3). All. Menetti
: Avramovic 10 (3/4, 0/1), Pelle 4 (2/4), Bergamaschi ne, Natali (0/1), Okoye 8 (2/9, 0/3), Seck ne, Tambone 4 (2/2, 0/1)), Cain 6 (1/1), Ferrero 9 (3/3, 1/3), Wells 14 (5/10, 0/1), Waller 11 (4/7, 1/6), Hollis (0/1). All. Caja
: Lanzarini, Attard, Belfiore.
Tiri da 2: R.11/31, V22/42. Da 3: R13/31, V2/15. Liberi: R15/18, V16/18. Rimbalzi: R35 (Wright J 7), V35 (Cain 6). Assist: R19 (4 giocatori con 3), V12 (Wells 7). Palle perse: R10, V14. Recuperate: R7, V4. Usciti 5 falli: nessuno. Spettatori: 4000.