Ad ottobre è tornato in Togo e la parrocchia di Avigno è rimasta senza parroco residente. I fedeli, per far capire a don Jean quanto il quartiere senta la sua mancanza, gli hanno dedicato il presepe. L’idea è di , che da parecchi anni costruisce il presepe per la chiesa di via Astico, continuando una tradizione iniziata dal signor Comolli artefice del famoso presepe con la funicolare.
«Quello di Avigno è un presepe realizzato da sei volontari a costo zero, utilizzando solo materiali di recupero (80 per cento polistirolo, poi gesso e juta) – spiega – Lo prepariamo in un paio di mesi di lavoro, affinchè sia pronto per le feste di Natale. Ogni anno scegliamo un tema differente».
Quest’anno la scelta è caduta sulla provincia di Varese: nel presepe si vede il lago, le montagne con la catena del Rosa, le colline, le chiese della comunità pastorale, e il Togo. «Eh già, non è stato facile innestare un angolo di Africa Occidentale nel panorama prealpino, ma ci abbiamo provato e sul risultato faremo esprimere i parrocchiani – continua Mannucci – Di certo abbiamo voluto essere fedeli alla realtà, tanto è vero che abbiamo contattato don Jean via WhatsApp per farci inviare le vedute della sua terra e le foto della sua chiesa. Non è facile parlare con lui perchè non è sempre connesso a internet. Solo dopo aver ricevuto le sue foto, ci siamo messi al lavoro».
Il presepe – che misura 244 centimetri per 364 – verrà portato in chiesa proprio oggi pomeriggio, giorno in cui comincerà la processione di fedeli per andare ad omaggiarlo. Il giorno della messa della vigilia di Natale, il parroco metterà il bambinello nella culla. Certo è che l’assenza di don Jean rende tutto più complicato: senza un parroco residente, infatti, è un laico a doversi occupare di accendere il riscaldamento in chiesa e di sbrigare tutti i compiti quotidiani. Non ultimo, avere un parroco nel rione per gli abitanti di Avigno era una sicurezza e un conforto
«Non appena il presepe sarà messo in chiesa scatteremo qualche foto e la manderemo a don Jean, con un messaggio di auguri – dice Mannucci – Il presepe simboleggia un legame che continua tra Avigno e il Togo. Don Jean ci manca molto».
Da che don Jean non è più ad Avigno, anche le abitudini del quartiere sono cambiate. Per esempio, è in forse il falò che da tradizione si svolgeva dopo la messa di Natale, così come resta in forse anche la tradizionale bicchierata con il vinbrulé. Il gruppo di parrocchiani che si è occupato di fare animazione negli ultimi ventun’anni ha lasciato il testimone alle giovani leve, che non è detto vogliano mantenere le stesse usanze del passato.
Le funzioni religiose nelle chiese della comunità pastorale Maria Madre Immacolata sono a carico di cinque preti che si danno il cambio per coprire tutte le necessità: la messa della Vigilia di Natale quest’anno si svolgerà alle 21 e non a cavallo della mezzanotte.