– Subodora il licenziamento e deruba l’azienda per cui lavora. In una sorta di risarcimento illecito un frontaliere di 30 anni, residente nel luinese, ha finto di smarrire il bancomat aziendale prelevando poi 20mila euro da intascarsi prima di essere allontanato dal posto di lavoro. Il trentenne, e il complice albanese al quale aveva affidato il bancomat, sono stati entrambi denunciati per truffa dagli agenti della polizia di Stato.
Tra la fine di giugno e l’inizio di luglio il trentenne ha messo in atto quindi il piano architettato per svuotare il conto corrente collegato al bancomat aziendale affidatogli per assolvere al pagamento dei dazi doganali. Il truffatore per allontanare da lui eventuali sospetti, ha denunciato di aver smarrito il bancomat, consegnandolo invece, con tanto di codice Pin, ad un suo “amico” di nazionalità albanese, scelto a compiere per suo conto i numerosi prelievi presso un istituto bancario di Luino.
Ovviamente non poteva essere lui a eseguire le operazioni: la ditta scoprendo gli ammanchi ingiustificati avrebbe a sua volta sporto denuncia e se fosse stato il volto del trentenne a comparire sui filmati delle telecamere che sorvegliano ormai ogni sportello sarebbe stato immediatamente identificato. Di qui l’idea del complice sconosciuto che quel bancomat avrebbe potuto averlo trovato per caso o addirittura rubato lasciando lindo il trentenne. Così, dalla tarda serata tra il 28 giugno e la notte del 4 luglio, periodo nel quale il lavoratore frontaliero era in malattia, il complice ha eseguito 35 operazioni di prelievo bancomat, ognuna di circa 500 euro, per un totale di oltre 15mila euro.
Il trentenne aveva anche consigliato caldamente al complice di camuffarsi per non rendersi identificabile coprendosi il capo e cambiando continuamente abbigliamento per non farsi riconoscere durante i prelievi. Il trucco è risultato del tutto inutile. Gli investigatori della Polizia di Stato di Luino, che hanno avviato le indagini, dopo aver acquisito ed analizzato meticolosamente traffici telefonici e le molteplici immagini, sono riusciti ad identificarlo. E del resto il trentenne tanto astuto nell’aver architettato il piano svuota conto, non ha pensato che le indagini avrebbero coinvolto gioco forza anche lui e che telefonare al complice forse non sarebbe stato opportuno. Una volta identificato l’albanese è stato sentito dagli agenti su disposizione del pubblico ministero Annalisa Palomba che ha coordinato le indagini. Il complice ha immediatamente ammesso di aver eseguito i prelievi per conto dell’amico frontaliere. Entrambi sono stati denunciati per appropriazione indebita. Il frontaliere anche per simulazione di reato visto che aveva denunciato lo smarrimento o il furto del bancomat aziendale.