Negli ultimi anni, molte famiglie hanno scelto di far cremare i propri defunti: i motivi di questa decisione, rispetto alla tumulazione, sono legati al prezzo. I costi dei loculi, infatti, sono molto elevati e non tutti possono permettersi di spendere quelle cifre.
A Castellanza, dove circa un terzo dei defunti viene cremato, circa 10 anni fa ha influito positivamente il bonus che veniva concesso a coloro che sceglievano questa pratica funebre, in modo tale che in cimitero non si dovessero continuare a costruire loculi. Nel 2020, però, quando ci sono stati numerosi morti a causa del Covid-19, il servizio cimiteriale ha chiuso in rosso: il numero di cremazioni è cresciuto a dismisura e, quindi, l’incremento del carico di lavoro derivato dall’aumento dei decessi non è stato accompagnato da un incremento dei ricavi per la vendita di loculi.
Nel 2021 si è registrata una ripresa.
Questa, da una parte è dovuta all’attività di regolarizzazione delle concessioni scadute. Come sostiene Livio Frigoli, amministratore unico di Castellanza Servizi Patrimonio: «Sospesa negli ultimi anni, [l’attività di regolarizzazione delle concessioni scadute] è stata riattivata garantendo il recupero di risorse utili ad assicurare un riequilibrio finanziario del centro di costo. […] L’attività continuerà anche nel corso del 2022».
Dall’altra parte, la chiusura dei conti in positivo è anche merito dei nuovi 80 loculi realizzati, sulla base del progetto e della direzione lavori curati direttamente da CSP, a fianco del muro d’ingresso in via Per Olgiate. Parallelamente, è stata eseguita la manutenzione straordinaria e la messa in sicurezza dell’area dei loculi posti sul fronte ovest del cimitero.