Oggi, sabato 25 giugno, sarà una giornata da dimenticare per il traffico aereo, dopo che i dipendenti delle compagnie low cost (EasyJet, Ryanair e Volotea) hanno indetto un massiccio sciopero coordinato: si tratta del secondo episodio nel giro di pochi giorni, dopo che lo scorso 8 giugno piloti e assistenti di volo degli stessi vettori avevano incrociato le braccia.
A subire le maggiori ripercussioni sarà Malpensa, dove Easyjet ha stabilito il suo hub principale in Europa, oltre ovviamente ad Orio al Serio, dove è di base Ryanair.
I dipendenti si scagliano contro la gestione delle risorse umane delle loro aziende, che per garantire prezzi bassi ai viaggiatori impongono ai propri lavoratori “retribuzioni inferiori ai minimi previsti dal contratto nazionale”, condizioni operative insostenibili, mancato adeguamento dei trattamenti salariali ai contratti di riferimento e pratiche anti-sindacali.
Evidentemente, osserva ai microfoni di Adnkronos il professor Luca Poma, professore di Reputation Management all’Università Lumsa di Roma e all’Università della Repubblica di San Marino, “i vettori “incriminati” non considerano le conseguenze di tali discutibili politiche di human resources, che prevedono una spregiudicata rincorsa al prezzo più basso, sulla loro reputazione presso i cittadini”.