Oggi è il giorno in cui la Chiesa ricorda i Santi Pietro e Paolo.
Dal III secolo è riconosciuto in questo giorno (che era nell’epoca dell’antica Roma il giorno della festa dei fondatori della città) il culto liturgico del martirio dei santi Pietro e Paolo.
Questa data è presto entrata nel calendario di tutte le Chiese. Nei sacramentari più antichi le due colonne della Chiesa universale vengono celebrate in un’unica festa (mentre una festa particolare è dedicata alla “cattedra di san Pietro”, il 22 febbraio, e alla “conversione di san Paolo”, il 25 gennaio).
Nel Vangelo la figura di Pietro ha una collocazione eminente. Nato a Betsaida di Galilea, insieme al fratello Andrea conobbe Giovanni Battista e ne divenne discepolo, fino a quando incontrò Gesù che ne fece il capo del gruppo degli apostoli. Nella prima parte degli Atti degli Apostoli (cc. 1-12) egli appare come il capo ed il portavoce del collegio apostolico designato come “Pietro con gli altri Undici” (2,14). Il posto assegnato a Pietro è fondato sulle parole stesse di Cristo, così come esse sono ricordate nelle tradizioni evangeliche (Mt 16, 17-19; Lc 22,31-32; Gv 21,15-19; 1 Cor 15,5).
La Tradizione antica – spiega chiesadimilano.it – ha legato il nome di Pietro a due grandi sedi dell’epoca apostolica: Antiochia, di cui fu forse il primo vescovo, e Roma ove subì il martirio sotto l’imperatore Nerone, crocifisso – secondo la concorde tradizione – sul colle vaticano, con il capo all’ingiù (67 dopo Cristo?).
Paolo invece – riporta sempre il sito della Diocesi di Milano – nacque all’inizio dell’era cristiana a Tarso, allora vivace centro cosmopolita, dove si formò ambiente rabbinico (che poi completò a Gerusalemme, alla scuola di Gamaliele), ma anche conobbe la raffinata cultura ellenistica. Dall’ora decisiva della visione di Damasco, che provocò la sua conversione, fino al martirio a Roma, la sua esistenza fu un movimentato peregrinare annunciando l’Evangelo di Gesù, crocifisso e risorto, prima ai giudei ma subito dopo, e su raggio universale, ai popoli pagani. Gli Atti raccontano queste peregrinazioni in tre grandi viaggi missionari. L’ultimo, probabilmente, avvenne dopo la sua liberazione dal carcere romano, ma non se ne conserva narrazione, solo si trovano indizi nelle sue lettere.
Paolo secondo antica e costante tradizione venne decapitato (pena riservata ai cittadini romani) alle porte di Roma “ad Aquas Salvias”, nei pressi della via Ostiense, contemporaneamente al martirio di Pietro.
Per entrambe le “colonne” della chiesa, è importante rilevare come in loro sia la debolezza a manifestare la potenza di Dio e della sua grazia, e non i titoli di prestigio e prestanza personali.
La chiesa dedicata ai santi Pietro e Paolo a Varese è situata nel quartiere di Biumo Inferiore.
La costruzione iniziò nel XVI secolo, venendo consacrata da Carlo Borromeo nel 1571, ricoprendo il ruolo di sede della scuola della dottrina cristiana.
Ampliata nel 1960 in risposta al crescente numero di abitanti della zona, il nuovo edificio venne affiancato al precedente esistente, e consacrato nel 1974 da Giovanni Colombo.