Lutto a Varese: a sole due settimane dall’ultimo Varese Pride, a cui a voluto essere orgogliosamente presente, sulla carrozzina, nonostante le difficoltà legate alla Sla, è morto Stefano Spadafora, primo presidente di Arcigay Varese dal 1987 al 1998, pietra miliare nella storia dell’attivismo Lgbtqia+ varesino e nella lotta allo stigma delle persone con HIV. Esempio di resilienza e lotta, ha continuato a lottare fino all’ultimo per i diritti e per l’autodeterminazione delle persone.
«Spero che il forte impegno di militanti della vecchia guardia trovi seguito da parte dei giovani motivati alla salvaguardia di quanto conquistato in decenni e al perseguimento dei tanti diritti ancor oggi negatici. Alla faccia del vento conservatore e reazionario che tira» c’era scritto nella lettera di Spadafora, letta sul palco del Varese Pride. «La cittadinanza continua a dimostrare di essere più avanti della politica. Confido che i miei cinquant’anni di azione a Varese abbiano avuto un senso. Ho sempre cercato di agire nel modo più trasversale e intersezionale possibile. Mi sono assicurato di lasciare un mio contributo anche materiale. Testa alta nel presente e proiettati al futuro, da parte delle associazioni lgbtiaq+ e delle singole persone. Può darsi sia il mio ultimo Pride e son contento di esserci».
«Stefano ha affrontato fino all’ultimo giorno con lucidità, senza perdere il suo sarcasmo e la sua voglia di battersi per l’autodeterminazione di tutte le persone – ha detto Giovanni Boschini, presidente Arcigay Varese – È stato un incredibile esempio di resilienza e di lotta. Per noi è stato un privilegio marciare con lui un’ultima volta al Varese Pride e siamo convinti che continuerà a illuminare e ispirare le future generazioni di attivisti, e che il suo pensiero ci accompagnerà per gli anni a venire. Un forte abbraccio da tutta Arcigay a tutte le persone che gli hanno voluto bene e gli sono state vicine fino all’ultimo».