Nato a Civitavecchia il 6 aprile del 1924, si è spento all’età di 98 anni Eugenio Scalfari, primo direttore-manager dell’editoria italiana, padre de “L’Espresso” e di “Repubblica“. Intellettuale a 360 gradi, era un uomo di grande cultura e di visione, politico, editorialista, filosofo, scrittore.
In tanti oggi lo ricordano, tra cui Papa Francesco, che ha espresso dolore per la scomparsa dell’amico, Enrico Letta, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Roberto Speranza, Elena Bonetti, Romano Prodi.
Il Presidente del Senato, Elisabetta Casellati lo ha ricordato con un breve discorso di commemorazione e un minuto di silenzio in Aula, mentre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto: «Sono particolarmente addolorato per la scomparsa di Eugenio Scalfari giornalista, direttore, saggista, uomo politico, testimone lucido e appassionato della nostra storia repubblicana. Dai primi passi all’interno di quella grande scuola di giornalismo che fu il Mondo, alla direzione dell’Espresso, fino alla fondazione della Repubblica, Scalfari ha sempre costituito un punto di riferimento coinvolgente per generazioni di giornalisti, intellettuali, classe politica e un amplissimo numero di lettori. Da sempre convinto assertore dell’etica nella società e del rinnovamento nella vita pubblica, si era magistralmente dedicato, negli ultimi tempi, ai grandi temi esistenziali dell’uomo con la consueta efficacia e profondità di riflessione».
«La scomparsa di Eugenio Scalfari lascia un vuoto incolmabile nella vita pubblica del nostro Paese. Fondatore de L’Espresso e de La Repubblica, che ha diretto per vent’anni, Scalfari è stato assoluto protagonista della storia del giornalismo nell’Italia del dopoguerra. La chiarezza della sua prosa, la profondità delle sue analisi, il coraggio delle sue idee hanno accompagnato gli italiani per oltre settant’anni e hanno reso i suoi editoriali una lettura fondamentale per chiunque volesse comprendere la politica, l’economia». Così lo ricorda, invece, il Presidente del Consiglio Mario Draghi.