MILANO – La piccola Diana, nata il 29 gennaio 2021, è stata lasciata sola dalla madre, all’interno della loro abitazione in via Parea, periferia est di Milano, nella culletta, “per sette giorni” consecutivi, senza assistenza e “assolutamente incapace”, vista l’età, di badare a se stessa, “senza generi alimentari sufficienti” e in condizioni di pericolo: tanto da morire “per stenti” e per mancanza di accudimento. Un abbandono che è costato alla madre Alessia Pifferi, 37 anni, il fermo con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi e premeditazione. E’ questa la ricostruzione che emerge dalle prime indagini della Squadra mobile e del pm di turno Francesco De Tommasi.
La donna alla polizia: “Sapevo che poteva andare così”
La piccola era in un lettino da campeggio e a fianco c’era il biberon ma anche una boccetta di En, un ansiolitico, piena a metà. I medici legali non hanno riscontrato segni di violenza sul corpo, sicuramente è morta di stenti – per gli inquirenti -, ma sarà l’autopsia a chiarire se il farmaco o altri elementi possano aver influito sul decesso.
Il corpo della bimba è stato scoperto ieri, all’alba di mercoledì 20 luglio, a dare l’allarme è stata la stessa madre che l’aveva lasciata per raggiungere il compagno (la piccola è nata da una relazione precedente, ndr) in provincia di Bergamo. L’uomo era all’oscuro di tutto, pensava che la bambina fosse al mare con la zia, la sorella della 37enne.