MALNATE – Non ha ancora né un nome né un volto la persona che nella giornata di venerdì 22 luglio ha ucciso Carmela Fabozzi nella sua casa di Malnate, Un crimine ancora senza un responsabile accertato dunque, quindi anche senza un movente, una storia. E ovviamente ancora senza giustizia.
Ecco dunque che la ricerca della verità ora passa ai carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, i famosi Ris. Nelle loro mani ci sono gli elementi biologici repertati nelle ore successive al delitto, cioè i campioni di sangue, impronte digitali e altri materiali organici.
Nei loro laboratori i Ris stanno cercando di trovare tracce che riconducano a un’identità biologica diversa da quella della vittima perché le indagini possano indirizzarsi verso chi le ha tolto la vita. Quello in corso è un “accertamento tecnico irripetibile”, giacché non sarà più possibile mettere mano al materiale, destinato a trasformarsi in “prova”, ci si augura utile all’indagine.
Non rimane dunque che aspettare. Per ora si conosce solo quanto emerso dall’autopsia, cioè che la morte della 73enne di Malnate è avvenuta per le gravi ferite alla testa provocate da un oggetto contundente, peraltro non ritrovato, e la fascia oraria del decesso, avvenuto ore prima l’ingresso del figlio 49enne della vittima nell’abitazione.
Nel corso delle indagini sono stati sentiti a più riprese i vicini, gli stessi che hanno dichiarato di aver visto un uomo aggirarsi nella corte di via Sanvito il giorno dell’omicidio alla ricerca della donna poi assassinata. Gli inquirenti hanno puntato la loro attenzione anche sulle celle telefoniche agganciate alla zona e sulle telecamere attive nell’area. Al momento non è emerso nulla di decisivo, così come non si hanno notizie dei due cellulari della signora spariti dal luogo del delitto.
I famigliari e la comunità di Carmela non possono ancora darle l’ultimo saluto. I funerali non possono ancora avere una data perché si attendono i risultati degli accertamenti scientifici. Dopo di che la donna potrà forse avere una degna sepoltura e riposare finalmente in pace. Pace e giustizia, quella che ancora manca insieme al nome e al volto dell’assassino.