Un 40enne di MLE, società che si occupa di logistica, che lavorava al cargo di Malpensa è stato licenziato più di un anno fa per aver fumato una sigaretta davanti agli uffici sul piazzale del magazzino, con la motivazione di aver violato le norme di sicurezza. L’atto, infatti, era stato considerato una «grave negazione degli elementi essenziali del rapporto di lavoro».
L’8 luglio 2021, l’operaio, a inizio turno, aspettando le indicazioni dei propri superiori, aveva deciso di fumare una sigaretta, una consuetudine per molti operai che, insieme a lui, anche quel giorno stavano fumando del tabacco o la sigaretta elettronica.
L’ufficio davanti a cui si trovavano gli operai si trova già nell’area aeroportuale, zona in cui ci sono regole ferree per quanto riguarda il fumo, ma l’operaio, dopo il licenziamento, ha fatto ricorso e il Giudice del lavoro di Busto Arsizio gli ha dato ragione, reintegrandolo e facendo sì che al 40enne fosse pagato un anno di mancate retribuzioni.
Dato che nell’area fuori dagli uffici non c’era alcun cartello di divieto, fumavano anche i team leader e c’erano delle bottiglie di plastica tagliate e usate come posacenere, infatti, il Giudice ha decretato che l’operaio «ha provato la tolleranza dell’azienda al comportamento dei lavoratori e dei loro superiori».