ROMA – Trecento amministratori locali tra cui 153 sindaci sono stati fatti oggetto di minacce nei primi sei mesi dell’anno. E’ quanto emerge dal dossier pubblicato dal Ministero dell’Interno. Il report del Viminale raccoglie tutti i dati emersi in un anno di attività e di iniziative di tutte le componenti dello stesso Ministero. Un dato preoccupante per quanto sia in calo rispetto a quello dell’anno scorso, quando il numero degli amministratori finiti nel mirino era di 369.
A guidare la triste classifica troviamo purtroppo la nostra Lombardia, che fa registrare 42 casi di minacce, piazzandosi davanti a due regioni tradizionalmente difficili da questo punto di vista come la Campania (40 casi) e la Calabria (33).
Ma chi sono i soggetti responsabili di queste minacce? Secondo il Viminale per metà sono ignoti e anonimi, a parte 25 casi provenienti da criminali comuni. Trentasei minacce sono scaturite da tensioni sociali sul territorio.
Malnate e la strada della discordia: le minacce al sindaco
Tra gli episodi citati nel rapporto c’è il caso di Malnate, il cui sindaco, Irene Bellifemine è finita nel mirino di ignoti che l’hanno ripetutamente offesa e minacciata via social l’estate scorsa a seguito di una scelta della sua amministrazione. A suscitare le ire di qualche scriteriato era stata la chiusura della strada Briantea a seguito della quale scoppiarono numerose proteste fino appunto, agli odiosi episodi in questione. Il sindacò segnalò il problema alle forze dell’ordine procedendo a sporgere denuncia contro ignoti. Un caso, quello di Malnate, che il Ministero fa rientrare come causa scatenante nelle cosiddette “tensioni sociali”.
Tensioni, legate però al mondo della criminalità, furono anche quelle di cui rimase vittima in passato il sindaco di Ceriano Laghetto, che era stato minacciato pesantemente a causa della sua meritoria opera di contrasto contro lo spaccio di droga nel suo territorio.