Per Federico Maddaluno, classe 1999, quella per la musica è una passione di famiglia. Inizia infatti gli studi musicali in tenera età sotto la guida del padre, Mario Maddaluno, prima di passare agli studi specifici per il mandolino con il Nunzio Reina e di conquistare in seguito l’ammissione al Conservatorio San Pietro a Majella nella classe di mandolino di Fabio Menditto, dove si diploma, appena diciottenne, con il massimo dei voti e la lode.
Nel 2016, il talento del giovane Maddaluno ottiene un importante riconoscimento con la partecipazione alle fasi finali del Concorso Internazionale “TIM” a Torino, dove la giuria sottolinea come le sue interpretazioni siano “Al massimo della professionalità nella dinamica, nel fraseggio e nella tecnica”, e dove è l’unico italiano ed unico solista di strumento a corde ad approdare in semifinale.
Nel dicembre dello stesso anno, in occasione delle celebrazioni del secondo centenario della morte di Giovanni Paisiello è invitato ad eseguire il famoso Concerto in mi bemolle maggiore per mandolino ed archi del grande maestro napoletano con la Bulgaria Classic Orchestra.
Nel 2018, per il “VII St. Petersburg Cultural Forum”, insieme all’Orchestra del Music Hall Theater, diretta da Fabio Mastrangelo, esegue la “Cavatina di Lindoro” dall’opera “Il Barbiere di Siviglia” di Paisiello nella splendida cornice del Teatro di Corte della Reggia di Caserta e successivamente replicato al Teatro dell’Hermitage di San Pietroburgo. Nel 2019 partecipa alla produzione del balletto “Romeo e Giulietta” di Prokofiev per il Teatro dell’Opera di Roma. Nello stesso anno partecipa alla rassegna “Napoli Teatro Festival” con lo spettacolo “Canti de la Dimenticanza” con musiche e orchestrazioni di Roberto De Simone. Registra e pubblica con la “Da Vinci Publishing” il suo primo lavoro discografico “Il ragazzino di borgo” interamente dedicato alla figura di Costantino Bertucci.
Nel maggio 2021 vince, presso il Conservatorio G. Verdi di Torino, il Premio Nazionale delle Arti per la sezione Mandolino. Nello stesso anno si laurea con 110 Lode e Menzione Speciale in Mandolino, presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Nel novembre 2021 revisiona con l’arpista Tosca Tavaniello le “Quattro composizioni per Mandolino e Arpa” di Carlo Munier, pubblicate da “Armelin Musica”. Nello stesso mese viene pubblicata, con “Bergmann Edition”, “Alone for mandolin and guitar” una composizione di Patrizio Marrone, dedicata al grande chitarrista Edoardo Catemario di cui Federico ha diteggiato la parte per mandolino.
Ha vinto numerosi concorsi nazionali e internazionali e ha seguito Masterclass con prestigiosi insegnanti, frequentando anche come allievo effettivo il corso tenuto da Avi Avital presso l’Accademia Stauffer di Cremona a fine 2021. Nonostante la giovane età ha già collaborato con prestigiose Istituzioni tra le quali il Teatro San Carlo di Napoli, l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, l’Ensemble Mandolinistico Estense, la Toronto Mandolin Orchestra; la Bulgaria Classic Orchestra, l’Orchestra a Pizzico “Estudiantina Bergamasca”. A lui sono stati dedicati i brani “Whim” di Bruno Battisti D’Amario, “Riflessi” di Enrico Capano, “Resilienza” di Tiziano Citro.
Il mandolino (mandolino classico, o napoletano) è uno strumento musicale, caratterizzato da quattro corde doppie, che appartiene al genere dei cordofoni.
L’origine del mandolino risale alla prima metà del XVII secolo: invece, soltanto verso la metà del Settecento risale l’inizio della produzione di mandolini napoletani da parte della Casa Vinaccia di Napoli, cioè prodotti dai Vinaccia, famiglia di celebri liutai. Questi mandolini sono quasi tutti intarsiati e posseggono filettature in avorio e madreperla lungo il manico: si deve proprio ai Vinaccia l’applicazione delle corde di acciaio in sostituzione di quelle in ottone, nel primo Ottocento.