Termina questa settimana il periodo transitorio di balneabilità del lago di Varese, iniziato il 2 luglio e protrattosi per due mesi. Un bilancio cautamente positivo traspare dai frequentatori dello specchio d’acqua, nonchè dalle istituzioni, dopo anni di tentativi di risanamento ambientale e diversi progetti redatti per far tornare il lago ad essere una meta anche balneare, oltre che paesaggistica e naturalistica.
La balneabilità, consentita alla Schiranna di Varese e sul lido di Bodio Lomnago e molto pubblicizzata sui media locali, è servita in primo luogo a far conoscere meglio il lago e a portare qualche turista in più nelle nostre zone. Diverse sono state le persone, soprattutto stranieri, che hanno preso la tintarella sulle sponde e che si sono tuffate per rinfrescarsi in queste afose giornate estive. La scarsità di precipitazioni ha reso usufruibile qualche metro di riva in più, piccolo risvolto positivo di un’estate senza piogge che ha fatto registrare sul lago il livello più basso sotto lo zero idrometrico degli ultimi 10 anni.
La pulizia del fondo da parte della protezione civile, i lavori sulla rete fognaria e sull’ossigenazione delle acque, costantemente analizzate dagli enti preposti, hanno consentito di poter fare il bagno senza grandi problemi, a parte qualche piccolo episodio spiacevole. Bodio e la Schiranna non sono diventate Rimini o Jesolo, però si è aperto uno spiraglio di alternativa piacevole e rinfrescante in estate a chi rimane in città o ai turisti di passaggio nelle nostre zone. I mondiali di canottaggio hanno fatto il resto nel promuovere i panorami lacustri.
Se tutto andrà bene, l’anno prossimo la balneazione potrebbe essere nuovamente consentita, ma tutto dipenderà da come il Lago di Varese affronterà la brutta stagione, o meglio, da quanto le attività intraprese per la salvaguardia e tutela delle sue acque proseguiranno nei prossimi mesi. La possibilità non è remota.