MILANO – “Gli ospedali della Svizzera tedesca offrono a un infermiere italiano fino a 5.800 euro netti al mese, con un contratto a tempo indeterminato. Come possiamo pensare di arginare la fuga dei nostri professionisti, se” tra le “offerte di questi Paesi vicini” e “i nostri magri stipendi continua a esistere un abisso incolmabile?”. Lo chiede Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato Nursing Up, sottolineando che “la fuga verso l’estero dei nostri migliori professionisti è un’amara realtà con cui dovremo continuare a fare i conti e che non possiamo ignorare se, come accade, il nostro sistema sanitario si trasforma per gli infermieri in una prigione di mediocrità, dove all’ordine del giorno ci sono professionisti insoddisfatti e sottopagati”.
Dopo il Ticino, che attira sempre più colleghi delle province di Como, Lecco e Varese – ricorda la sigla in una nota – ora anche dalla Svizzera tedesca arrivano offerte di lavoro dirette al nostro personale sanitario. In questo caso si prospetta un vero e proprio cambiamento di vita, perché anche se città dove la qualità della vita è altissima, come Zurigo, sono geograficamente vicinissime al nostro Paese, non ci sarebbe la possibilità, come accade per il Ticino, di vivere questa esperienza in veste di frontalieri.
Si profilerebbe pertanto una vera e propria fuga, insiste De Palma, descrivendo la frustrazione di operatori che, “tra turni massacranti e pugni in pieno volto all’interno di pronto soccorso trasformati in trincee di guerra, sono stanchi di inseguire il sogno di una valorizzazione che rischia di trasformarsi in eterna utopia”.
“Il nuovo contratto, certo – riconosce il presidente Nursing Up – con quella indennità di specificità per la quale noi da soli, come sindacato, abbiamo lottato nelle piazze italiane, portando in alto l’urlo del nostro dissenso e della nostra insoddisfazione, ci ha restituito barlumi di speranza. Ma in fondo essere passati da uno stipendio medio di quasi 1.500 euro a uno di 1.700 (secondo i dati 2020 della Ragioneria dello Stato), se si considerano gli straordinari e i premi in esso compresi, alla luce del disastroso aumento del costo della vita rappresenta davvero una magra consolazione, se non addirittura un netto peggioramento, soprattutto per chi parte da uno stipendio base più basso e privo degli stessi straordinari e incentivi”.
Invece “apprendiamo che un infermiere italiano potrebbe arrivare a guadagnare nella Svizzera tedesca fino a 7mila franchi lordi, con la prospettiva di un’assunzione a tempo indeterminato”. Facendo il paragone, anche se “il costo della vita non è certo basso in terra elvetica”, “potremmo davvero dar torto a chi decide di lasciare il nostro Paese per accettare queste offerte di lavoro?”.