WALLONGONG (AUSTRALIA) – In queste ore Filippo Ganna non si trova solo ad affrontare la delusione personale (e dei tifosi) per il 7° posto nella prova a cronometro dei mondiali di ciclismo in corso in Australia, ma deve fronteggiare una serie di accuse mossegli da più parti, compresi alcuni quotidiani italiani. A pochi giorni dal 25 settembre, la sensazione è che certi editori e commentatori (e tanti leoni da tastiera) siano alla spasmodica ricerca di una polemica politica che in questo caso rischia di scadere nel grottesco.
Sì, perché Filippo Ganna è stato accusato addirittura di apologia di Fascismo (come se il tricolore fosse fascista) per aver indossato un casco con quella che qualcuno ha riconosciuto come una fiamma tricolore: l’idea è stata di un creativo svizzero, Stefano Barzaghi, che voleva simboleggiare un fulmine italiano a pedali e, probabilmente, non avrebbe mai immaginato di finire, insieme al ciclista pluricampione mondiale ed europeo, nonché oro olimpico a Tokyo 2020, nel tritacarne mediatico (e politico) di un Paese che non riesce, drammaticamente, a liberarsi dei suoi fantasmi.