VARESE – Il lilla dei fiori del brugo, il rosso inaspettato dei licheni, il giallo della ginestra. La brughiera del Gaggio, in provincia di Varese, cambia sfumatura seguendo il ritmo delle stagioni, popolandosi di forme di vita delicate, da osservare con attenzione.
“Purtroppo, questo autunno potrebbe essere l’ultimo per godersi una passeggiata in brughiera, esplorando questa zona di grande interesse naturalistico e storico, con la sua speciale vegetazione e i reperti delle due guerre mondiali. Qui, quando arriverà il via libera da parte del Governo, colori e fioriture di quest’area del Parco del Ticino verranno sostituiti dal grigio della nuova area cargo dell’aeroporto di Malpensa”. Ad opporsi al progetto è la coalizione formata da Legambiente, FAI, WWF e Lipu, insieme alle associazioni locali e diverse voci del mondo accademico.
“Chiediamo ai cittadini di fermarsi ad osservare gli habitat che stanno per essere distrutti – spiegano i portavoce delle associazioni – se le cose non cambieranno 44 ettari di brughiera verranno presto sostituiti da cemento e magazzini (circa il 20% sul totale sul territorio totale coperto dalla brughiera del Gaggio)”. La brughiera del Gaggio è un vero rifugio per la biodiversità. Questo ambiente ospita particolari composizioni floristiche ossia combinazioni di piante che lo rendono diverso dalle brughiere tipiche dell’Europa centrale e dunque ancor più degno di protezione.
“La componente basso-arbustiva di questa brughiera è ben sviluppata, dominata dal brugo (Calluna vulgaris) e dalla ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius), spesso accompagnate dalla gramigna (Molinia caerulea)- dichiara Silvia Assini, docente del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia- La tutela di questo habitat è fortemente strategica. Nel 2014, il monitoraggio Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend ha registrato in Italia uno stato inadeguato sfavorevole dell’habitat 4030, ossia le brughiere della regione Biogeografica Continentale (a cui appartengono anche le brughiere di Malpensa e Lonate Pozzolo), condizione che si rifletteva anche negli altri paesi europei.
Nel 2021, le brughiere hanno continuato a deteriorarsi. In Italia, la brughiera continentale si trova quindi in uno stato di conservazione complessivo cattivo, con il serio rischio di perdita locale. Le brughiere lombarde della valle del Ticino e delle zone limitrofe sono caratterizzate da substrati grossolani e asciutti, popolati da diverse specie di licheni terricoli – aggiunge Bruno Cerabolini, docente del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Terra dell’Università dell’Insubria – Si distinguono decisamente dalle altre brughiere piemontesi e lombarde, che si sviluppano al contrario su suoli argillosi. Questo rende la zona ancor più interessante e in grado di ospitare piante particolari, alcune delle quali in modo esclusivo, cioè che hanno qui le loro uniche presenze lombarde o italiane.
La distruzione o la mancata salvaguardia dell’area si ripercuoterebbe quindi sullo stato di conservazione complessivo della preziosa biodiversità associata a questo tipo di habitat.” La perdita di luoghi tanto ricchi e particolari non può evidentemente essere bilanciata da nessuna “compensazione” ambientale, come quelle proposte nel Masterplan di Malpensa. Queste compensazioni prevedono, peraltro, l’ampliamento e la costruzione di nuove strade, generando così altro consumo di suolo.