BIANDRONNO – Il futuro della Whirlpool è definito, le conseguenze, soprattutto per il destino dei lavoratori, meno. Si può sintetizzare così l’esito della riunione di questa mattina, venerdì 21 ottobre, del Cae, il Comitato aziendale europeo della multinazionale americana. L’incontro, svoltosi in videoconferenza, si è tenuto alla presenza del presidente di Whirlpool Emea Gilles Morel e ha confermato le anticipazioni di ieri: si è aperta la trattativa per la cessione dell’intera parte europea dell’azienda.
Dopo che dieci acquirenti si erano fatti avanti per l’acquisto, la corporation ne ha scelti due. Ora ci vorranno un paio di mesi per la decisione conclusiva, indicativamente entro gennaio 2023. Attenzione al “piano B“: se alla fine i compratori si dovessero tirare indietro o non si giungesse ad un accordo, Whirlpool si impegna a mantenere per conto proprio business e produzione in Europa.
Un “paracadute” che rassicura i sindacati, comunque grati per la trasparenza delle informazioni fornite da Morel, ma che certamente, come afferma Tiziano Franceschetti, rsu Fim Cisl dei Laghi, non si esimeranno dal monitorare attentamente gli sviluppi della situazione: “Dovremo essere vigili che tutto ciò avvenga senza che i posti di lavoro e le attività vengano compromesse e comunque chiederemo il sostegno del Governo in modo che si faccia garante”.
La richiesta di confronto a livello governativo è stata avanzata anche dalle segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm.
La nota
Nella tarda serata di ieri Whirlpool ha informato le Segreterie nazionali del fatto che sono in corso trattative con due potenziali acquirenti per la interezza delle attività europee e ha quindi accettato la richiesta sindacale di convocare un incontro con il coordinamento nazionale. Tuttavia la successiva precisazione della multinazionale, secondo cui prima di gennaio 2023 non si potranno avere ulteriori dettagli, ci fa temere che quella di Whirlpool possa essere più una disponibilità formale a convocare il tavolo che sostanziale ad una discussione di merito.
Soprattutto il comportamento fin qui tenuto dalla multinazionale ci fa temere che la vendita possa avvenire senza alcuna garanzia per l’Italia.
Per questo motivo chiediamo nei prossimi giorni un confronto al Ministero dello Sviluppo economico per cercare di condizionare la vendita al rispetto dell’Italia, al mantenimento di tutti gli stabilimenti e alla tutela dell’occupazione. Al nuovo Governo chiederemo di trattare l’elettrodomestico come un settore strategico e di intervenire nella vertenza. Nei prossimi giorni si terrà un coordinamento sindacale nazionale per decidere le prossime iniziative da intraprendere.