Il console ucraino si scaglia contro la prima della Scala: “Non aprite con un’opera russa”

Il console ucraino a Milano Adrii Kartysh chiede di sostituire "Boris Godunov" alla "prima" della Scala e di rivedere il programma della stagione cancellando le opere russe, al fine di bloccare eventuali elementi propagandistici.

MILANO – Il console ucraino a Milano Adrii Kartysh ha scritto al sovrintendente della Scala Dominique Meyer, al sindaco di Milano Giuseppe Sala e al presidente della Lombardia Attilio Fontana per chiedere di “rivedere” la programmazione del teatro, non inaugurando la stagione il prossimo 7 dicembre con l’opera russa “Boris Godunov“, per non assecondare “eventuali elementi propagandistici”.

Il console ha criticato anche la scelta di mettere in cartellone spettacoli di musica russa e anche il recital del soprano Anna Netrebko.

Kartysh nel testo ringrazia le autorità per “il manifesto sostegno, tuttora palpabile” verso l’Ucraina e gli ucraini dall’inizio della “guerra” che è stata “voluta dalla Federazione Russa, che continua a lacerare la nostra pace, sottraendo preziose vite umane in modi sempre più terrificanti”. Ma sottolinea “grande disappunto e rammarico” all’interno della comunità ucraina in Italia in seguito alle scelte artistiche della Scala, che nei giorni scorsi si è tradotto con una raccolta firme online per chiedere di sostituire “Boris Godunov” e tutti gli spettacoli russi.

“Proprio perché la cultura viene utilizzata dalla Federazione Russa per dare peso all’asserzione della sua grandezza e potenza – ha scritto il console -, assecondare la sua propagazione con ‘Boris Godunov’ non può che nutrire l’immagine del regime ivi vigente al giorno d’oggi, e dunque, per estensione, le sue ambizioni scellerate e i suoi innumerevoli crimini”.

Da qui l’invito a “rivedere il programma della stagione sin dalla prima della Scala, cancellando ‘Boris Godunov’ al fine di bloccare eventuali elementi propagandistici”, con la speranza che si avvicini “il momento in cui i confini dell’Ucraina, e con essi la pace nel nostro continente, saranno ripristinati”, così che la cultura russa possa “tornare ad essere svincolata dalla sua realtà politica” ed essere “apprezzata liberamente, senza rimorsi dettati dall’etica”.

(ANSA)