MILANO – La Procura generale di Milano ha espresso parere negativo alla richiesta di domiciliari presentata, in attesa della decisione nel procedimento per l’estradizione, dai legali di Artem Uss, l’imprenditore russo e figlio del governatore di una regione siberiana, bloccato il 17 ottobre, su mandato d’arresto internazionale degli Usa, all’aeroporto di Malpensa mentre stava per prendere un volo per la Turchia.
L’istanza di scarcerazione era stata depositata nei giorni scorsi ai giudici della quinta penale della Corte d’Appello milanese (presidente Antonio Nova) dal legale del 40enne, l’avvocato Vinicio Nardo. Nei prossimi giorni, dopo il parere negativo della Procura generale, si terrà l’udienza per discutere e decidere sulla richiesta.
Nell’udienza del 21 ottobre Uss aveva negato il consenso all’estradizione richiesta dall’autorità giudiziaria di New York che lo accusa, assieme ad altre 6 persone, di contrabbando di tecnologie militari dagli Stati Uniti alla Russia e di petrolio dal Venezuela a Cina e Russia, elusione delle sanzioni e riciclaggio per milioni di dollari.
La difesa chiede che Uss (detenuto a Busto Arsizio), che a Milano ha una casa nella sua disponibilità, possa andare almeno ai domiciliari in attesa della conclusione della procedura. Sempre la Procura generale, poi, dovrà formulare la requisitoria sulla base della richiesta di estradizione.
E il procedimento dovrà concludersi, dopo alcune udienze, con l’ok o meno della Corte alla consegna del 40enne che, secondo gli Usa, almeno dal 2018 avrebbe messo in piedi “un’operazione di frode, esportazione illegale e riciclaggio di denaro sotto l’ombrello” della sua Nda Gmbh. Alcune tecnologie militari al centro dell’indagine sarebbero state trovate in armamenti russi, in particolare tank, usati sul fronte di guerra in Ucraina.