CASTELLANZA – Una condotta odiosa, un pena decisamente pesante. E’ stata condannata a quattro anni di reclusione un’impiegata di un ufficio postale di Castellanza accusata di aver raggirato una coppia di anziani.
La vicenda risale al 2019, quando i due signori che le avevano affidato la pratica per reinvestire dieci buoni fruttiferi da un milione di lire cadauno (erano stati emessi in epoca ancora pre-Euro, nel 1998). La donna era stata accusata di averne reinvestiti nove, tenendone uno per sé (valore 1.300 euro), usando lo stratagemma di confondere la coppia con la firma di diversi documenti. Purtroppo per lei le vittime del raggiro erano sì due persone anziane, ma perfettamente lucide e molto attente, tanto che la signora prima di recarsi all’ufficio postale aveva chiesto al marito di ricontare i buoni. Nessun dubbio che fossero dieci, quindi qualcosa non tornava.
La successiva denuncia aveva portato il pm di Busto Arsizio Nadia Calcaterra a chiedere nei confronti dell’impiegata una pena di quattro anni di carcere. Richiesta accolta dal giudice di primo grado che ha ritenuto l’imputata colpevole del reato a lei ascritto.
Un particolare ha fatto insospettire gli inquirenti: sul conto corrente del figlio della dipendente postale era comparsa nei giorni del presunto raggiro proprio la somma di 1.300 euro. Proventi di qualche lavoretto “in nero”, aveva provato a sostenere senza essere creduto.
Altro particolare: secondo l’accusa la donna condannata aveva utilizzato il ricavato dell’illecito per fare un regalo di nozze a una sua familiare.