Venezia, 2 set. (Apcom) – Essere comunisti ai tempi del protagonista di ‘Baaria’ non era facile, quando essere poveri, ignoranti e sfruttati era la condizione ‘normale’ di una grossa fetta della popolazione. In Sicilia in modo particolare. ‘Baaria’ di Giuseppe Tornatore, film in concorso alla 66esima Mostra del Cinema di Venezia, è un affresco storico, morale e civile, quasi un romanzo di formazione su un’Italia che sembra essere scomparsa ma che data anagraficamente qualche decennio.
‘Baaria’ è Bagheria, grande paese costiero della Sicilia, in provincia di Palermo, una provincia che ha sempre qualcosa da insegnare, “come tutte le province” spiega lo stesso Tornatore. La storia si snoda nell’arco di tre generazioni, ed è una storia di contrapposizioni politiche, storiche, sociali, dove il buon senso, la morale, la volontà di non piegarsi, di non scegliere la strada più comoda, ma di pensare sempre con la propria testa, è l’intera architettura del film.
‘Baaria’ non è solo la storia di un comunista, è la storia dell’Italia che cambia, che si evolve, nel bene e nel male. Giuseppe e Mannina, i protagonisti, sono due simboli, due archetipi di italiani che non esistono più. Eroi che attraversano fame, miseria e umiliazioni ribellandosi alla loro condizione. Giuseppe diventa comunista dopo avere visto il padre, il fratello, la madre e lui stesso subire umiliazioni e ingiustizie di ogni genere.
Mannina è una donna nella Sicilia degli anni ’50, una donna che rifiuta di essere data in moglie a un uomo che non ama solo perché è ricco. Sposa il suo comunista spiantato e senza futuro, e, inconsapevolmente compie un atto di emancipazione straordinario. In ‘Baaria’ le immagini sono quadri, le atmosfere sono spesso oniriche. La superstizione, la magia, la veggenza, i segni promonitori sono un tutt’uno con la cultura dell’isola. Una magia incarnata da una straordinaria Lina Sastri, prima nonna di Mannina e poi inspiegabilmente la mendicante che vedrà nel futuro di questa coppia. Ne decritterà gioie e dolori.
Nel corso del film passano tutte le vicende storiche dell’Italia del Dopoguerra: il Fascismo, la Riforma Agraria, la strage di Portella della Ginestra, il viaggio in Russia di Giuseppe, gli anni ’60 e il boom economico che in Sicilia arriva in sordina. Un cast eccezionale tratteggia ogni fotogramma del film di Tornatore che è scenografico e barocco come la Sicilia che racconta. Tra polvere, vento, sacrifici e il profumo di una terra orgogliosa e forte. Due ore che volano lasciando la nostalgia di un Italia che solo pochi fortunati sono ancora in grado di ricordare.
Bnz
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