TORINO – Lo spettro di Calciopoli aleggia su Torino. Il terremoto ai vertici della Juventus ha preceduto di pochi giorni la notizia della richiesta di rinvio a giudizio per Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici e una decina di dirigenti bianconeri. Ora stanno uscendo anche le prime intercettazioni. Ma cosa rischia il club sul piano sportivo se saranno accertati i reati contestati dai pm torinesi?
Il procedimento penale
Nel procedimento penale si ipotizzano false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza, manipolazione del mercato e false fatturazioni, relativamente agli esercizi contabili fra il 2018 e il 2021. Nello specifico si è parlato del ricorso a plusvalenze gonfiate e dell’ipotesi secondo cui la riduzione degli stipendi dei calciatori per l’emergenza covid concordata con una scrittura privata sottoscritta da Andrea Agnelli e dal capitano Giorgio Chiellini nel maggio 2020 avrebbe avuto termini differenti rispetto a quelli comunicati.
L’inchiesta sportiva
Sul piano sportivo per il dossier plusvalenze in sede sportiva la Juventus è stata già assolta in appello e quindi potrebbe essere nuovamente processata solo a fronte di nuovi elementi. Questa settimana la procura federale ha acquisito gli atti di indagine dalla procura di Torino e, se emergessero fatti nuovi, è possibile che si arrivi a un nuovo giudizio, con revoca del precedente. La procura Figc dovrà anche decidere se aprire un nuovo fascicolo sugli accordi tra club e giocatori per la riduzione degli stipendi.
Le possibili sanzioni “sul campo”
Qualora i processi dimostrassero che la falsificazione di dati contabili è stata determinante per permettere alla Juve di iscriversi al campionato, anche solo in una delle tre stagioni sotto esame, la Juve rischierebbe la retrocessione: è questa infatti la sanzione prevista dal comma 2 dell’articolo 31 del codice di giustizia sportiva.
In passato per plusvalenze ci sono state solo penalizzazioni in termini di punti (Cesena e Chievo Verona). Per gli stipendi irregolari, invece, si va da una possibile ammenda ai punti di penalizzazione per l’attuale o per la prossima stagione, come prevede il comma 3 dell’articolo 31. “La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui puo’ aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica”.
Non è invece ipotizzabile la revoca dello scudetto 2019/2020 perché, a differenza di Calciopoli nel 2006, all’esame della procura federale non ci sono contestazioni di condotte antisportive di una simile gravità. Un’eventuale sanzione potrebbe arrivare non prima della prossima primavera o anche oltre e in quel caso, per il concetto di afflittività, la pena sanzione sarebbe differita al prossimo campionato.