BUSTO ARSIZIO – 2 maggio 2020, prima ondata di covid, pieno lockdown: Matteo Sabba, consigliere comunale bustocco in forza alla Lista Antonelli e all’epoca dei fatti presidente del Distretto urbano del Commercio di Busto, organizzò un flash mob per protestare contro le restrizioni imposte dal governo Conte agli esercizi commerciali.
La Polizia di Stato, in quell’occasione, mise a verbale la sua versione dei fatti: il flash mob si era trasformato in una vera e propria manifestazione, pertanto era priva di autorizzazione, non essendo stata richiesta dall’organizzatore (Sabba), e la denuncia ne fu la conseguenza automatica.
Ma Sabba decise di impugnare il decreto penale di condanna, finendo di conseguenza davanti al giudice monocratico di Busto Arsizio, difeso dall’avvocato Roberto Aventi, il quale contestò sic et simpliciter la versione della Polizia di Stato: si trattò di flash mob, non di manifestazione.
Il giudice monocratico, dopo la prima udienza, tenutasi l’8 luglio scorso, si è aggiornato ad oggi, lunedì 5 dicembre, ed ha emesso la sentenza: assoluzione con formula piena per Matteo Sabba “perché il fatto non sussiste”.
La richiesta di dimissioni da Pd e Lega
Nell’occasione il PD bustocco chiese la “testa” di Sabba al sindaco Emanuele Antonelli per “il grave comportamento tenuto dal presidente del Duc in occasione della manifestazione in cui ha deciso di contravvenire alle normative nazionali”. Anche la Lega, per bocca del segretario cittadino Francesco Speroni, chiese le dimissioni di Sabba: “Si dimetta da tutte le cariche che ricopre”.
L’assoluzione consente ora al consigliere della Lista Antonelli di togliersi il classico sassolino dalla scarpa: “Ringrazio chi ha fatto perdere tempo e soldi a me e al sistema giudiziario per una causa che in un’aula di tribunale non doveva nemmeno entrare”, il commento di Sabba, da anni tra i più vivaci esponenti della destra bustocca.